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Morte Mazzone, l’ex vice Menichini: “Lui sottovalutatissimo! E quella corsa…”

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Carlo Roscito

Il suo storico secondo ha parlato a Notizie.com. La triste notizia l’ha spiazzato: “Sono addolorato, Carlo era una persona straordinaria. Sul suo conto sono state dette tante cose sbagliate, meritava di più in carriera”

Sul divano di casa, pensando di sfruttare il pomeriggio per riposare un po’. Invece no, arriva l’ultima ora in tv. Di quelle che gelano: “Carlo Mazzone è scomparso all’età di 86 anni”. Uno shock. Leonardo Menichini è stato suo calciatore e suo vice. Suo confidente. “Sono addolorato”, risponde a Notizie.com. “Mazzone, come allenatore, è stato sottovalutassimo. Sbaglia chi lo ha fatto passare come un difensivista, in tutti gli anni insieme non ha allenato la difesa neanche una volta! La lasciava a me…”. La corsa verso il settore ospiti dei tifosi dell’Atalanta è diventata leggendaria. Uno dei momenti più iconici del nostro calcio: “Era un omone difficile da fermare, gli è bastata qualche sbracciata”.

Carlo Mazzone e Leonardo Menichini insieme in tribuna durante una partita (Ansa Foto) – Notizie.com

Leonardo Menichini, è un sabato tristissimo.

“Non ci voglio credere. Sono affranto, distrutto. Ero sul divano, stavo riposando. Ho acceso Sky ed è arrivata la notizia. Mi ha distrutto, non so cosa dire”.

Lo immaginiamo, siete stati insieme per tantissimi anni.

“Sono stato suo calciatore a Catanzaro, poi mi ha portato ad Ascoli, sempre da giocatore. Alla fine ho preso il patentino come tecnico e ho cominciato a lavorare con lui. Avevo iniziato al Riccione, lui però mi chiamò e mi disse: ‘Perché non me vieni a da’ una mano a Cagliari?’. Siamo sempre rimasti in buoni rapporti, è stato un punto di riferimento. Non solo per l’amicizia, anche come allenatore. Mi sono sempre ispirato a lui, al suo modo di fare”.

Carlo Mazzone è scomparso all’età di 86 anni (Ansa Foto) – Notizie.com

La prima cosa che ti viene in mente pensando a Mazzone? 

“Una persona fondamentale per me, per quello che mi ha insegnato. Un modello di vita e un grande maestro. Meritava di più, anche se la sua è stata una grandissima carriera. Lunghissima. Ha lasciato tanto sotto il profilo umano e tecnico”.

La sua migliore capacità da allenatore? In tanti sottolineano il suo lato umano.

“Riusciva a trasmettere al gruppo il suo pensiero, a volte è stato sottovalutato. Lui voleva che le sue squadre giocassero a calcio. In tutti gli anni insieme non c’è stata una volta in cui ha allenato la difesa. La lasciava me. Mi diceva: ‘Me piace allena’ gli attaccanti, gli inserimenti e gli schemi offensivi. Alla difesa pensace te…’. Il suo modo di allenare è stato travisato, l’hanno definito difensivista. Non è vero. Poi è chiaro, quand’era bisogno di raschiare il barile è stato capace di fare pure quello”.

Una foto di Carlo Mazzone e Roberto Baggio insieme al Brescia (Ansa Foto) – Notizie.com

Tante inesattezze sul suo conto, insomma.

“Mazzone non era legato a un modulo fisso, ma voleva sfruttare la qualità dei giocatori che aveva a disposizione. Pensava fosse inutile fissarsi con un solo modo di giocare, ogni squadra doveva proporre quello che era in grado di fare, lui sceglieva il ‘vestito’ più adatto alla rosa”.

La corsa durante Brescia-Atalanta è diventata iconica, eppure lei ha provato in tutti i modi a fermarlo.

“Ne abbiamo parlato spesso, perdevamo 0-3 in casa, era stato insultato pesantemente dai tifosi dell’Atalanta. Stavamo soffrendo in tutti i sensi. Segniamo il 3-1, poi il 3-2 e dice da lontano ai tifosi avversari: ‘Se facciamo il 3-3 vengo sotto la curva…’. Abbiamo pareggiato, però noi collaboratori non pensavamo partisse veramente. Ha sfogato con quella corsa la frustrazione. Era un omone, col quel fisico era difficile trattenerlo. Gli è bastata qualche sbracciata per liberarsi e continuare a correre. Lui era così: quello che diceva, poi faceva. Una persona e un allenatore straordinario”.

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Carlo Roscito