Mostro di Firenze, nelle ultime ore sono spuntate dei nuovi elementi investigativi in merito ad una delle vicende più inquietanti e drammatiche che si sono verificate nel nostro Paese
Sono passati più di 50 anni dal primo duplice omicidio che è stato etichettato come “Mostro di Firenze“. Il tutto avvenne il 21 agosto di 55 anni fa quando, in una via di una campagna a Signa (provincia del capoluogo toscano) nei pressi di un cimitero vennero uccise due persone. Si tratta di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco. Nel frattempo, però, a distanza di moltissimo tempo potrebbe verificarsi una vera e propria svolta. Ovvero delle nuove indagini che potrebbero ripartire dal ritrovamento di alcuni reperti che erano stati dimenticati.
Si tratta di 17 fotografie (che si trovano in un rullino di una macchinetta fotografica) appartenenti a Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. La coppia venne uccisa all’interno di una tenda che avevano montato in una piazzuola nel bosco degli Scopeti nel 1985. In merito a ciò potrebbero essere forniti dei nuovi ed importanti elementi che possano dare un nome e un volto all’assassino colpevoli di ben otto duplici omicidi.
Ulteriori esami riguarderanno oggetti personali ritrovati (quaderni, blocchi per appunti e vestiti) di Pia Rontini uccisa insieme a Claudio Stefanacci a Vicchio di Mugello. Assassinati in località Boschetta, oggetti ritrovati qualche giorno fa in un baule in casa dei genitori della donna. Nel frattempo, nelle ultime ore, la Polizia Scientifica della Questura di Firenze (con la collaborazione del Procuratore Aggiunto Beatrice Giunti e dal sostituto Ornella Galeotti), ha effettuato un sopralluogo nel garage.
Ricordiamo che i cadaveri di Antonio Lo Bianco (muratore di Palermo di 29 anni) e di Barbara Locci (32enne) vennero ritrovati all’interno di una vettura. Si trattava di una Alfa Romeo Giulietta bianca parcheggiata vicino al cimitero di Signa. Secondo quanto riportato da più fonti pare che i due fossero amanti e che si erano appartati per avere un po’ di intimità dopo che, qualche ora prima, avevano trascorso una serata al cinema.
La donna aveva un marito di nome Stefano Mele. Non solo: anche un figlio di nome Natalino. Proprio quest’ultimo, quando la madre venne uccisa insieme all’amante, dormiva sul sedile posteriore della macchina e aveva 6 anni. In un primo momento per questo omicidio venne puntato il dito contro il marito della Locci, ma fu scagionato dalle accuse. Nel corso delle indagini, sulla scena del crimine, vennero repertati 5 bossoli calibro 22 Long “Rifle Winchester” con la lettera “H” impressa sul fondello. Gli stessi che vennero ritrovati nelle altre sette scende del crimine.