Una ragazzina di 14 anni è stata vittima di violenza sessuale ad opera di un educatore nel ritiro spirituale. Guai per quest’ultimo dopo la denuncia presentata dai genitori di lei
Si sarebbe giustificato affermando di essere una persona “malata” e che, allo stesso tempo, ha urgente bisogno di cure. Fatto sta che, comunque, questo educatore ha rovinato la vita ad una ragazzina di soli 14 anni. Il tutto sarebbe accaduto in un ritiro spirituale. L’aggressore, un uomo di 52 anni, faceva anche il professore di religione in un liceo di Reggio Emilia. La ragazzina aveva raccontato tutto quello che aveva subito al padre. Quest’ultimo aveva affrontato l’educatore, poco prima che i carabinieri di Rimini e Castelnuovo Monti non arrestassero l’educatore.
Le accuse nei suoi confronti sono inevitabilmente gravi visto che si parla di atti sessuali con minorenni. Per lui si sono aperte le porte del carcere. Il 52enne aveva tentato di scappare rifugiandosi a casa dei genitori, precisamente a Caorle (provincia di Venezia). Cosa è successo? Nel mese di aprile, l’ex docente di religione, era andato a Rimini con un gruppo di Gioventù studentesca. Era appartenente al gruppo dei “Memores Domini“, ovvero una associazione laicale cattolica i cui membri vivono i precetti di povertà, castità e obbedienza sotto l’egida del movimento.
Verso la fine del mese di giugno svolgeva il ruolo di docente di religione. Per i genitori e per gli alunni era considerato una persona di “fiducia”. Tanto è vero che gli stessi genitori affidavano i loro figli per questi ritiri spirituali nelle sue mani. Proprio nel periodo pasquale, al ritorno dal ritiro spirituale a Viserbella (in Emilia Romagna) si è verificata la violenza ai danni della 14enne. Tanto è vero che i genitori di lei subito si erano accorti che qualcosa non stesse andando per il verso giusto nella figlia.
Anche la sorella maggiore aveva notato un certo cambiamento. Tanto è vero che ha deciso di indagare sul suo dispositivo elettronico. Quello che ha scoperto, però, è stato un qualcosa di allucinante. In particolar modo dalle chat, i messaggi che i due si scambiavano erano raccapriccianti. Troppo per il papà e la madre che si sono immediatamente presentati nella caserma dei carabinieri per sporgere denuncia e raccontare quello che la figlia aveva subito. L’educatore, approfittando di un momento di debolezza della vittima l’ha invitata nella sua stanza, tanto da convincerla ad avere un rapporto.
Il 23 maggio i due avevano avuto un altro rapporto sessuale. Questa volta in auto. Un racconto effettuato anche agli psicologi: all’epoca lei era anche contenta di questa “relazione”. L’aggressore già sapeva di finire nei guai ed ha provato a giocare d’anticipo: ovvero assumendo un avvocato per presentare istanze alle procure di Rimini e Reggio Emilia. Niente da fare visto che la procura di Rimini stava raccogliendo prove. Poi l’arresto.