Caro benzina, il ministro Adolfo Urso ha rilasciato una intervista al quotidiano “Avvenire”. Arrivano degli importanti aggiornamenti in merito a questa vicenda
Una situazione che, con il passare dei giorni, non ha mai una soluzione. Anzi, con il passare del tempo, la vicenda si fa sempre più drammatica per gli automobilisti italiani. Il caro carburanti continua ad essere uno degli argomenti principali di questo Paese (come quello del salario minimo). Non è affatto un mistero che il prezzo della benzina e quello del diesel stia raggiungendo delle vette assurde. Il primo ha superato abbondantemente i due euro, mentre il gasolio si sta per avvicinare quasi.
Troppo per i conducenti che, specialmente di ritorno da queste vacanze, hanno trovato questa sgradita sorpresa sulle autostrade italiane. In merito a ciò è intervenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “Avvenire“. Queste sono alcune delle sue parole: “Il caro carburanti potrebbe prolungarsi anche l’anno prossimo per fattori internazionali dovuti anche alla raffinazione. Ma il livello dei prezzi oggi è ancora inferiore a quello -2,20 euro di quando intervenne Draghi sterilizzando le accise”.
Una situazione che, a quanto pare, potrebbe andare a prolungarsi sempre di più. Anche per il prossimo anno. Se tutto questo dovesse accadere il ministro ha in mente la soluzione: “Se dovesse accadere allora valuteremo altre misure per sostenere chi ha redditi più bassi e le famiglie numerose”. Dal primo agosto, come tutti ben sanno, i titolari delle pompe di benzina sono stati obbligati ad esporre i prezzi medi. Onde evitare che qualcuno possa fare il furbetto e che possa speculare su questa situazione.
Una mossa che Urso ha fortemente voluto e di cui ne è pienamente soddisfatto: “I tabelloni hanno contenuto i prezzi. Il consumatore è stato messo nella condizione di scegliere con piena consapevolezza il distributore più conveniente. Per questo il prezzo industriale di benzina e gasolio, depurato dalle accise, è in Italia, per la prima volta inferiore a tutti gli altri Paesi europei”. In conclusione, sul salario minimo, afferma: “Abbiamo uno strumento che si è consolidato più che in altri Paesi e che si chiama contrattazione collettiva. Dobbiamo partire da questo perché ha garantito una notevole coesione sociale. Bisogna dare contributi importanti e aumentare i salari più bassi”.