Caso Roberto Vannacci, il giornalista Klaus Davi si schiera dalla parte del generale: lo ha ribadito in una intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale”
In questi ultimi giorni non si sta facendo altro se non parlare del libro pubblicato da Roberto Vannacci. Il generale (a questo punto ex) ha lanciato il testo “Il mondo al contrario” dove ha criticato e puntato il dito contro i gay. Definendole persone “non normali“. Affermazioni che non sono affatto passate inosservate. Tanto è vero che in molti lo hanno criticato. Tra questi anche alcuni esponenti nel mondo della politica, come il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha voluto prendere le distanze da quanto affermato nel libro. Un libro che sta avendo molto successo: basti pensare che su Amazon è primo nelle vendite ed è tutt’ora molto richiesto.
C’è anche chi, però, sul web lo difende e si schiera dalla sua parte. Non solo gente comune, ma anche volti noti della televisione. Tra questi anche Klausi Davi. Il noto giornalista, infatti, in una intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale” non ha voluto sentire scuse e si è schierato dalla parte del militare. In più di una occasione ha affermato di essere una persona omosessuale, ma allo stesso tempo ha sposato in pieno le parole da parte di Vannacci. Tanto è vero che ha aspramente criticato la gogna che si sta creando intorno a lui, tanto da definirla una vera e propria “follia“.
Queste sono alcune delle sue parole in merito a quanto sta accadendo in questi ultimi giorni: “Non condivido le reazioni punitive. Noi gay siamo stati gli alfieri della libertà d’espressione, ci siamo battuti e sacrificati storicamente per difenderla, e adesso pretendiamo la gogna per chi ha idee diverse dalle nostre? Mi sembra una follia. Così ci rendiamo odiosi, diventiamo dei censori. Noi, che per secoli abbiamo vissuto nell’emarginazione, ora chiediamo che una persona venga emarginata? Eravamo i paladini del laicismo, cosa siamo diventati?“.
Poi ha continuato dicendo: “Gli do ragione quando si riferisce a una classe dirigente. Chi invece vive da omosessuale in un piccolo paese di provincia non vedo tutti questi benefici. Nel mondo gay ci sono privilegiati e svantaggiati. Concordo con lui quando parla di una mancata possibilità di critica. Il vittimismo ci danneggia. Fenomeni come Gianni Versace o Dolce e Gabbana non hanno avuto bisogno della lobby gay per affermarsi. Politicamente corretto? In questa vicenda c’è ipocrisia e perbenismo inaccettabile. Probabile che anche a sinistra c’è chi la pensa così, ma non lo dice”.