In merito alla questione dei migranti è intervenuto Vito Bardi. L’attuale governatore della Basilicata ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera’
Nella giornata di ieri, a Lampedusa, ci sono stati altri sbarchi di migranti. Più di 2.500 persone (tra uomini, donne e minori non accompagnati) che sono arrivati nel nostro Paese. Inutile ribadire che la situazione che riguardano gli hotspot sono definitivamente al collasso. Si sta studiando dove smistarli. Tra le regioni che, oramai da anni, li stanno accogliendo c’è sicuramente la Basilicata. Tanto è vero che il governatore della regione stessa, Vito Bardi, non si è mai tirato indietro in merito a ciò.
Anzi, si è sempre reso disponibile ed ha dato la sua grande mano per poterli accogliere. Solamente che, nell’ultimo periodo, pare che la situazione sia notevolmente cambiata. In negativo. Ovvero che il numero dei migranti, pronti ad arrivare nella regione, potrebbe drasticamente aumentare. Un problema sicuramente non da poco per gli abitanti. Ed è per questo motivo che ha voluto esternare tutte le sue preoccupazioni in una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Corriere della Sera“.
Migranti, possibile situazione critica in Basilicata: Bardi fa punto della situazione
Bardi ci ha tenuto a precisare che continuerà sempre ad essere solidale con chi è meno fortunato, ma allo stesso tempo fa capire che la sua regione non può reggere dei numeri cosi importanti. L’esponente (ed eletto in quota) di Forza Italia ha voluto esprimere la sua opinione. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Leggo che il numero di assegnazioni si baserà non più solo sulla popolazione residente, ma anche sulla superficie del territorio”.
Poi ha continuato dicendo: “Questo parametro innescherebbe gravi criticità in una regione come la Basilicata: 131 Comuni, moltissimi dei quali sotto i 5 mila abitanti. In questo modo si rischierebbero anche forti tensioni. Io dico che bisogna accogliere. Ma anche che serve una distribuzione più equa. Spero che al Viminale varino sì un nuovo sistema, che però tenga conto delle peculiarità di ciascuna regione. Non si può applicare un principio uguale per tutti, perché non lo siamo“.