Paura enorme per le donne dei mercenari della Wagner attualmente impegnati nel conflitto in Ucraina: “Al loro ritorno di uccideranno”
Coloro che fanno parte del gruppo dei mercenari russi della Wagner non sono certamente degli stinchi di santi. Anche perché, la maggior parte di loro, sono ex detenuti. Accusati, principalmente, di reati sessuali ed omicidi. Sono tornati in libertà visto che gli è stato concesso di combattere e di arruolarsi nella brigata Wagner di Evgenij Prigozhin. Un articolo riportato dal noto quotidiano estero “The Gaurdian” racconta la paura di quello che stanno vivendo le loro donne o ex compagne russe. In particolar modo le famiglie delle vittime.
Una situazione per nulla facile. per tantissimi motivi. Un accordo che, però, allo stesso tempo risulta essere decisamente complesso. Decine di migliaia di detenuti vengono reclutati in questa brigata, con lo scopo di combattere per sei mesi in Ucraina. In modo tale da ricevere una riduzione della pena. Nel caso in cui dovessero sopravvivere allora sono autorizzati ad avere una vita normale. Cancellando così il resto della condanna in carcere che avrebbero dovuto effettuare.
Come riportato in precedenza molti di loro, in passato, avevano macchiato la loro fedina penale con accuse di stupro, omicidi e violenze sessuali. Proprio nei confronti delle donne che, se dovesse accadere tutto questo, hanno paura. Le stesse che chiedono giustizia per quello che hanno subito in passato e che non hanno alcuna intenzione di rivivere quei momenti drammatici. Un esempio su tutti? L’omicidio di Vera Pekhteleva, uccisa da Vladislav Kanyus. Era il 2020 quando torturò per ore la donna. Nel processo è emerso che le ferite riportare sul corpo della vittima erano 111.
Doveva scontare 17 anni di carcere, ma gli è stato concesso questo “premio” della liberà, ma allo stesso tempo di combattere in Ucraina. In molti hanno superato il “test” dei sei mesi ed hanno fatto rientro in Russia. Ed è per questo motivo che le donne, familiari delle ex vittime, vivono attualmente nel terrore. Ci sono state moltissime segnalazioni da parte di persone spaventate fa sapere una attivista russa, Alena Popova. “Sanno che se gli uomini che le hanno tormentate tornano da questa guerra e ricominciano a picchiarle o addirittura a ucciderle, la polizia non farà nulla, perché ora questi uomini sono visti come eroi invece che stupratori o assassini” fa sapere l’attivista.