Il generale Roberto Vannacci non ha alcuna intenzione di effettuare un passo indietro: questa volta ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “Il Corriere della Sera”
Nessun pentimento, nessun passo indietro, niente di tutto questo. Anzi, è fermamente convinto della propria opinione. Tanto da ribadirlo in una nuova intervista. Se non è l’uomo del momento allora davvero poco ci manca. Il personaggio in questione è un generale (o ex?) che sta dividendo il Paese dopo le sue dichiarazioni scritte nel libro “Il mondo al contrario“. Che, tra l’altro, è uno dei più venduti su Amazon. Ovviamente stiamo parlando di Roberto Vannacci. Questa volta ha parlato al ‘Corriere della Sera‘. Aggiungendo poche, ma importanti cose, rispetto al suo pensiero che (come riportato in precedenza) non è cambiato affatto.
Nel corso della stessa ha parlato di un colloquio avvenuto con il vicepremier, Matteo Salvini. Ovviamente non ha rivelato nulla di quanto si sono detti, ma si è limitato a dire che gli ha fatto molto piacere. Non è affatto un mistero che il numero uno della Lega si sia schierato dalla sua parte. Poi ha ribadito: “Non sono un mostro, né un orco”. Quando gli viene posta la domanda se si fosse pentito o altro la risposta non si è fatta attendere: “No, anche perché finché non offendo e non ledo la dignità di qualcuno ho diritto ad esprimere la mia opinione. Se dico che una persona non mi piace non è un’offesa, cosa ben diversa dal dire che quel qualcuno è uno st…. Rivendico il diritto di criticare”.
Vannacci: “Nessun passo indietro, esprimo quello che voglio”
Non si aspettava affatto di essere uno dei temi principali del Paese: “Non mi aspettavo questo clamore. Ci tengo a ribadire che non sono né un gretto, né un ignorante, né un mostro, né un orco. Le mie idee trovano d’accordo altre persone. Non sono un paladino della maggioranza degli italiani“. Poi ci tiene a ribadire: “Non ho leso la dignità delle Forze annate”. Sulla polemica con Crosetto e con il ministero della Difesa precisa: “Un’inchiesta sommaria non è un’azione disciplinare: è un’indagine per episodi di rilevante gravità, le cui considerazioni finali, eventualmente, potranno o non potranno portare all’avvio di un provvedimento disciplinare”.
Nel frattempo lo Stato maggiore dell’esercito, con a capo Cavo Dragone, ha preso le distanze: “Lo Stato maggiore arriva secondo, io ho preso le distanze per primo, quando nella nota d’autore del libro ho spiegato che le mie erano opinioni personali e che non rappresentavano il punto di vista delle Forze armate. Per questo considero le parole dello Stato maggiore pleonastiche e ridondanti”. Una vicenda che, però, potrebbe condizionare non poco la sua carriera: “Vediamo come va a finire. Sono diventato generale di divisione grazie a quello che ho fatto“. In conclusione su un suo futuro in politica: “Forza Nuova? Io faccio il soldato, ma ringrazio per le offerte“.