La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiani “La Repubblica” dove si è soffermata su alcuni argomenti molto importanti
La parola “salario minimo” proprio non riesce a digerirla. Allo stesso tempo, però, ha la soluzione a ciò: “Salario adeguato“. Questa è una delle proposte effettuate da Marina Calderone. L’attuale ministra del Lavoro ne ha parlato al quotidiano “La Repubblica” dove ha voluto fare qualche precisazione a riguardo. Queste sono alcune delle sue parole: “Il salario adeguato è giusto che sia in contrapposizione al lavoro povero. Anche attraverso la lotta al sommerso e al caporalato.
Battaglia per la quale sono stati appena immessi altri 900 ispettori sul terreno”. Allo stesso tempo, però, ha dato il suo “via libera” ad un incontro con le parti sociali. Parlando addirittura di “piena disponibilità“. Tanto da precisare che un possibile confronto ci possa e ci debba essere tra le due parti.
Lavoro, Calderone: “Non si può ridurre alla questione salariale”
Sulla questione che riguarda giovani e lavoro fa qualche precisazione: “Non si può ridurre alla questione salariale. I ragazzi ci chiedono di essere convinti e ingaggiati su qualcosa di più alto”. Una questione che potrebbe nettamente pesare sul futuro, pensioni e lavoro. Proprio come ha ribadito il suo collega, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Lui ha fatto una riflessione sull’importanza di sostenere il lavoro: e allora da ministro del Lavoro e delle Politiche sociali dico che già ci siamo incontrati, abbiamo presentato le nostre richieste al Mef e nei prossimi tempi andremo a delinearle”.
Sul tema della denatalità afferma: “Si collega a quello del livello di crescita e di inclusione. Noi abbiamo sicuramente molto da fare per includere donne e giovani e l’obiettivo della maggiore occupazione femminile passa necessariamente attraverso le politiche di sostegno alla conciliazione dei tempi”. In conclusione, sull’argomento che riguarda appunto la natalità ci tiene a precisare: “Va sicuramente considerato in una prospettiva molto più ampia, che è quella degli interventi che valorizzino l’esperienza delle persone. Stiamo parlando di un tema fortemente legato a quello della conciliazione. Si deve investire in politiche di welfare che rendano più accessibile il lavoro ai giovani, alle donne e alle famiglie”.