Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, al ‘Corriere della Sera: “Secondo me Vannacci aveva previsto le polemiche. Sul libro dico che…”
Il caso Vannacci continua a far discutere. E sulla vicenda è intervenuto anche Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, in un’intervista al Corriere della Sera. L’esponente di FdI si è detto d’accordo con l’azione disciplinare decisa dal ministro Crosetto “per le polemiche che erano sorte e quelle che ben maggiori avrebbero investito le Forze Armate. Ma questo non ha nulla a che vedere con le affermazioni del generale“.
“Il ministro Crosetto non è assolutamente entrato nel merito di quanto detto dal generale – ha aggiunto Malan – la posizione di Vannacci è sicuramente molto particolare. Anche lui ha il diritto ad esprimere il suo pensiero, ma è soggetto a determinati limiti. E solamente gli organismi militari possono dire se questi sono stati superati oppure no e per questo la decisione di attivarli è stata quella giusta“.
L’esponente di Fratelli d’Italia poi ha preferito non sbilanciarsi sul libro: “Ho letto solo frasi e poi pagine complete che mostrano quanto la sintesi avesse poco a che fare con essere. Scrivere che da italiano ha qualche goccia di sangue di Giulio Cesare non vuol dire assolutamente essere il suo erede. E poi un politico non può dire cosa si può scrivere e cosa no“.
“La Schlein ha ragione che per la Costituzione non si può scrivere di tutto – ha detto ancora Malan – i limiti sono reati come istigazione all’odio e diffamazione. E dagli stralci non so se Vannacci li ha commessi oppure no“.
In conclusione di questa intervista Malan ha parlato anche del silenzio del premier: “Perché non è il ministro della Difesa. Ma Crosetto non si è assolutamente tirato indietro dalle sue responsabilità. Per Alemanno Vannacci paga le denunce sull’uranio impoverito in Iraq? Credo che le due vicende siano separate“.