In merito al “caso Vannacci” il politologo Marco Revelli ha rilasciato una intervista al quotidiano “La Notizia – Il Giornale” dove ha voluto esprimere il proprio pensiero
E’ il personaggio del momento. Da una settimana, oramai, non si sente parlare d’altro se non di lui e del suo libro (“Il mondo al contrario“) che sta destando non poche polemiche e critiche. Ovviamente ci stiamo riferendo al generale, Roberto Vannacci. Anzi ex visto che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, lo ha destituito dai suoi gradi. Anche se lo stesso Vannacci ha annunciato di sentirsi ancora un soldato ed è per questo motivo è pronto ad un possibile colloquio con i vertici alti del governo. Dalla sua parte si è schierato il vicepremier, Matteo Salvini. Non dello stesso pensiero il presidente di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, Tommaso Foti.
Insomma, anche il mondo della politica si divide sul suo pensiero. Tanto è vero che si stanno creando delle vere e proprie crepe nella maggioranza. In merito a quanto sta succedendo anche il politologo esperto, Marco Revelli, ha voluto esprimere il suo pensiero. Lo ha fatto in una intervista rilasciata al quotidiano “La Notizia – Il Giornale“. Questo è il suo pensiero a riguardo: “Ci sono alcuni nodi infetti che stanno venendo al pettine perché questo ignobile testo ha portato allo scoperto quello che c’è nella pancia di una parte consistente della destra rappresentata da Fratelli d’Italia.
Tutto ciò sta creando dei problemi di immagine per la premier. Le storture contenute nel libro fanno parte del Dna di quella destra. Chiunque abbia fatto il servizio militare lo sa benissimo. L’aggressività, il razzismo, l’odio nei confronti di tutti i diversi, la superiorità razziale, e l’uso del termine ‘ebreo’ come insulto, è il sostrato di quello che è sempre stato il neofascismo“.
In merito a questa vicenda chi non ha detto una singola parola è proprio la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La premier sta usando l’arma del silenzio. Revelli ha provato a spiegare il perché: “Credo che non possa fare diversamente da così in quanto nella sua sostanza non è molto diversa da Vannacci, da De Angelis e da La Russa. FdI non è un partito come gli altri ma una comunità politica.
Per i membri di una comunità non c’è nulla di più grave di un tradimento e la Meloni che è parte di questa comunità lo sa. Un esempio su tutti? Non può dire che la strage di Bologna ha una matrice neofascista, che il 25 aprile è la festa della Liberazione da parte degli antifascisti e non può dire che le affermazioni blasfeme del generale Vannacci sono incompatibili con il ruolo che questo ricopre”.