Ludovica in esclusiva ci racconta la sua storia: “Ho perso il mio cane perché avvelenato da una pianta. Spero che la mia vicenda sia utile ad evitare altre tragedia”.
Una tragedia ha sconvolto Ludovica e la sua famiglia. Il suo cane è morto per avvelenamento e la ragazza ha deciso di raccontare la sua storia ai microfoni in esclusiva ai nostri microfoni.
“Il mio obiettivo è quello di informare le persone sulla pericolosità della pianta affinché la morte di Wave abbia un senso – spiega ai nostri microfoni Ludovica – spero davvero che la mia vicenda sia utile per evitare altre tragedie“.
Per raccontare nei dettagli questa vicenda con Ludovica siamo partiti dall’inizio: “Nelle scorse settimane ho lasciato Wave da mia madre perché ero partita per l’Indonesia. Noi abbiamo una casa a San Felice Circeo e i miei genitori sono andati lì insieme al cane per trascorrere qualche giorno. In giardino è presente una pianta di Cycas femmina e Wave ha morso spezzato e ingoiato alcune bacche“.
Da questo momento è iniziato un vero calvario. “Dopo qualche ora Wave si è sentito male con dissenteria e vomito – racconta ancora Ludovica – mia madre ha avuto un sesto senso ed è andata a controllare su internet gli effetti collaterali delle bacche della Cycas e abbiamo scoperto che sono velenose. Così, dopo aver consultato veterinario e l’allevatore dove abbiamo preso il cane, abbiamo portato Wave alla clinica veterinaria di Latina. Lì è stato ricoverato cinque giorni prima di essere dimesso. Le condizioni, però, non sono migliorate e quindi lo abbiamo portato a Roma alla clinica Gregorio VII. Lì lo hanno ribaltato, hanno provato a fare di tutto, ma la situazione era gravissima a causa di una epatite. Alla fine è morto per un arresto respiratorio“.
Una storia che Ludovica ha deciso di raccontare per informare le persone di questo pericolo: “A livello medico e veterinario la pericolosità delle bacche della Cycas non è nota. Il mio obiettivo è proprio quello di rendere a conoscenza le persone dei rischi che si prendono mettendo una pianta simile in casa“.