Forza Italia, Schifani non ha dubbi su chi voterà

Forza Italia, Renato Schifani non ha alcun dubbio su chi voterà: le sue dichiarazioni rilasciate al quotidiano “Il Giornale”

Mancano ancora molti mesi in vista del prossimo congresso che ci sarà nel mese di febbraio del prossimo anno. Renato Schifani non ha alcun dubbio e ci tiene a ribadire il proprio pensiero in una intervista. Anzi, il proprio voto. Ne ha parlato in una intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale“. Le parole del presidente della Regione Sicilia stanno facendo molto discutere. Per il semplice fatto che, più di qualcuno, lo ha interpretato come una vera e propria candidatura.

Intervista ad 'Il Giornale'
Renato Schifani (Ansa Foto) Notizie.com

Basti pensare che, ai microfoni del TgR Sicilia aveva ammesso: “La mia è un’ottica leggermente diversa da quella di Tajani e la porterò avanti com’è giusto che sia in una dialettica di partito nella sede opportuna, che è quella congressuale”. Allo stesso tempo, però, ci ha tenuto a precisare che quelle parole non sanno affatto di una candidatura. “L’ho già detto ma lo ripeto volentieri: voterò Antonio Tajani”.

Forza Italia, Schifani sicuro: “Lo ripeto, voterò Tajani”

Sempre nell’intervista ha ribadito il proprio pensiero e svelato il suo piano: “La nostra prima necessità è di guidare la transizione da partito leaderistico a partito pluralistico. Fermo restando, però, che il simbolo di Forza Italia e il nome di Berlusconi per noi sono irrinunciabili. C’è però una vasta area popolata da persone che fanno riferimento diretto al Partito popolare europeo. Ed è lì in quell’area che dobbiamo cercare nuove aggregazioni”.

Intervista ad 'Il Giornale'
Renato Schifani (Ansa Foto) Notizie.com

In merito ad un possibile ritorno del vecchio modello come il Popolo delle Libertà fa sapere: “Semmai per dare corpo all’ultima ambizione di Silvio Berlusconi sul Partito repubblicano. Fino a pochi giorni prima della sua scomparsa parlava con entusiasmo dell’aggregazione di altri soggetti dell’area liberale e moderata per un nuovo e più ampio movimento”. In conclusione ribadisce: “Il partito repubblicano pensato da Berlusconi era l’aggregazione del centro moderato e la destra italiana responsabile. Ovvero non estremista o xenofobo”.

 

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