“Pago bene per ricevere il video dello stupro di gruppo di Palermo”, il fallimento di una intera società
Se avevamo speranze per il genere umano tutte sono cadute con una delle frasi che sono apparse su Telegram, Instagram, TikTok e chi più ne ha più ne metta. Una frase che sintetizza il fallimento di una generazione. Di una intera società. Come se quello che è accaduto alla vittima fosse un gioco. Anzi, uno di quei filmati e film porno. Probabilmente in molti non hanno capito che la situazione non è grave: di più. Molto di più. Questa è violenza sessuale a tutti gli effetti. Ci vuole coraggio per arrivare a scrivere: “Pago molto bene per ricevere il video dello stupro di gruppo di Palermo“.
Sì, purtroppo è successo. Qualcuno lo ha scritto perché “eccitato” (è orribile solamente pensare ad una cosa del genere) dal fatto che il video della violenza (perché si tratta di tale) possa essere diventato virale. Abominevole, non c’è altro da aggiungere. Fortunatamente il più del 95% dei social ha criticato in maniera violenta queste assurde richieste. Quando dicono che i social possono diventare un’arma ed, allo stesso tempo, fare paura hanno ragione. A riprendere il filmato di quelle scene orribili colui che sarebbe dovuto essere un amico della vittima, ed invece è stato quello che ha architettato tutto facendo “divertire” gli altri 6 dopo che avevano fatto ubriacare e fatto fumare uno spinello alla 19enne.
Su Telegram, dopo il diffondersi della notizia che questo orribile filmato è stato girato, è partita addirittura la “caccia”. Addirittura è stato creato un gruppo per coloro che avrebbero pagato bene per ricevere anche solo una immagine. Pochi direte voi. Ed invece no: più di 2mila. Purtroppo non è finita qui perché dal canale di uno degli indagati, Christian Maronia, arriva un filmato che lascia spiazzati. Al giudice ammette le sue colpe (dopo aver deciso il tutto con i legali), ma sul suo profilo spunta un video con dentro la sua faccia.
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Ovviamente gli utenti si chiedono come sia possibile visto che si trova in carcere in questo momento. La risposta non si è fatta attendere: sono i suoi “amici” che se ne stanno prendendo cura. Ed ovviamente potevano mai attaccarlo nonostante le schiaccianti prove? Anzi, ci tengono a ribadire “Con che coraggio si insultano gli innocenti“. Già, innocente.