Massimo Barchiesi, voce di Radio 1, in esclusiva ai nostri microfoni sui Mondiali di basket: “Il Poz ha costruito un mix giusto tra giovani vecchi, talenti emergenti e giocatori esperti”.
Il grande giorno è arrivato. Alle 10 l’Italia di Pozzecco farà il suo esordio in questo Mondiale di basket contro l’Angola. Gli azzurri proveranno sia a regalare grandi soddisfazioni ai tifosi che a centrare il pass per le prossime Olimpiadi. La nostra redazione ha contattato Massimo Barchiesi, voce di Radio 1, per capire cosa aspettarci da questa competizione iridata.
Massimo Barchiesi, ormai ci siamo. Cosa dobbiamo aspettarci dall’Italia a questi Mondiali?
“Ci aspettiamo parecchio visto il cammino inatteso nelle amichevoli. Sono arrivate sette vittorie su sette e questo è sicuramente il miglior modo per arrivare ad una competizione che, oltre naturalmente al titolo iridato, metterà a disposizione i posti per le Olimpiadi. Nelle ultime uscite abbiamo visto una Nazionale diversa dal passato. La prerogativa dell’Italia è sicuramente il tiro da tre, ma in alcune partite, vedi quella contro la Grecia, gli azzurri sono stati capaci di adattarsi all’avversario e vincere nonostante qualche errore di troppo dal perimetro“.
Le scelte di Pozzecco hanno fatto molto discutere. Secondo te sono quelle giuste?
“Assolutamente sì. Magari qualcuno voleva rivedere elementi della vecchia guardia, ma credo che sia arrivato il momento di voltare pagina. Già dallo scorso Europeo si percepiva che stava per nascere una nuova nazionale. Il Poz è stato bravo a costruire un mix giusto tra giovani vecchi (Fontecchio, Polonara, Tonut, Spissu, Pajola, Ricci ndr), veterani quelli vedi (Datome, Melli ndr) e giovani destinati ad ‘esplodere’ come Spagnolo, Diuf e Procida. Senza dimenticare. Ora è fondamentale vincere la prima e la seconda fare per non incontrare gli Stati Uniti, che restano molto pericolosi anche senza i fenomeni“.
A proposito degli Stati Uniti. Sul caso Banchero sono stati commessi errori?
“Bisogna dire che, nonostante i titoli dei giornali, non c’era grande ottimismo. Sicuramente lui poteva comportarsi in modo diverso e dire sin da subito la sua intenzione, ma in molti lo avevano capito. E’ stata una storia sfortunata visto che Banchero poteva vestire davvero la maglia azzurra visto che era stato convocato con una delle nostre giovanili. Poi si è messo il Covid in mezzo. Ma non bisogna fasciarsi la testa. Sono convinto che gli azzurri faranno di tutto per regalarci soddisfazioni. E speriamo che una volta tanto la fortuna si ricordi della nostra Nazionale“.
Mondiale che è l’ultima competizione di Datome. Cosa perde il basket italiano con il suo addio?
“Perde tantissimo. Una persona fantastica e un grande professionista. Stiamo parlando di una vera icona e sono sicuro che resterà nel mondo della pallacanestro. Speravo che allungasse un po’ i tempi visto che Milano ha la possibilità di puntare in alto in Eurolega e una nuova vittoria in questa competizione sarebbe stato il giusto epilogo per la sua carriera. Senza dimenticare la possibilità di andare a Parigi anche se la presenza dell’Italia alle Olimpiadi ad oggi non è certa“.
Gli Stati Uniti i favoriti per questo Mondiale?
“Storicamente gli Usa mettono un po’ in secondo piano il Mondiale preferendo le Olimpiadi. Nell’ultima kermesse iridata sono arrivati settimi con la Spagna che si presenta a Manila da campione del mondo e numero uno del ranking. Ma sicuramente gli Stati Uniti partono con i favori del pronostico nonostante l’assenza di molti big. Alle loro spalle ci sono diverse incognite. A livello europeo Francia, Spagna, Grecia saranno protagoniste, ma hanno defezioni importanti. Poi c’è anche l’Australia, che è sempre lì. Insomma, una grande bagarre“.