Tanti gli argomenti che il vicepremier, Antonio Tajani, ha rilasciato in una intervista al quotidiano “La Stampa”
Tanti i temi affrontati nel corso dell’intervista alla ‘Stampa‘. Antonio Tajani a 360°. Soprattutto in merito al tema delle liberalizzazioni. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Il mio riferimento ai porti parlando al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini era un esempio della necessità di riaprire un processo di liberalizzazione dei servizi nel nostro Paese.
Proprio come è successo negli anni ’90. Anche se non si tratta di un tema che il governo deve affrontare. Si tratta, però, di una idea politica e ne vogliamo discutere all’interno del nostro partito. Di conseguenza portarla al centro della discussione“. Non ha escluso assolutamente che possano valutare anche un disegno di legge a riguardo.
Il tema, quello delle liberalizzazioni, che per Tajani deve essere assolutamente affrontato. Per il semplice motivo che (come ha ribadito lo stesso ministro) nel nostro Paese c’è un problema di debito pubblico e non solo: “Senza dimenticare, però, l’opportunità di valorizzare alcuni servizi che oggi sono appannaggio dallo Stato, ma che potrebbero essere gestiti, ugualmente se non meglio, da un privato“. Come fare in questi casi e, soprattutto, da dove partire?
Anche in questo caso la risposta non si è fatta assolutamente attendere: ovvero dal ritorno del Patto di Stabilità. “In primis bisogna cominciare a trovare delle risposte in merito. L’ultima formula non ci soddisfa visto che sembra che teniamo più conti ai problemi della Germania che del nostro Paese. Un Paese, appunto, con un alto debito pubblico, ma con 1.800 miliardi di euro di risparmi privati nelle banche. Penso che quei risparmi possano e debbano essere rimessi in circolo attraverso gli investimenti. Che però devono rimanere in Italia“.
Tajani affronta anche il tema che riguarda il trasporto pubblico locale, le municipalizzate e la gestione dei rifiuti. “Si tratta di ambiti in cui talvolta sappiamo si nascondono un po’ dei carrozzoni. E ormai lo Stato ha poche risorse. Una gestione privata aumenterebbe l’efficienza, attirerebbe gli investitori e farebbe risparmiare soldi al settore pubblico. Credo che solamente una risorsa come l’acqua non possa essere privatizzata, visto che stiamo parlando di un bene primario e fin troppo prezioso“.
In conclusione ha parlato della liberalizzazione dei servizi. Un tema che deve comportare un sistema di controlli efficiente. Un esempio su tutti? Quello relativo ai porti: “Uno schema di liberalizzazione dei porti potrebbe comportare un’Authority spa, con una quota di garanzia da parte della Cassa Depositi e Prestiti, che magari può esprimere il presidente, e i privati tra gli azionisti. Il demanio rimane pubblico. Stesso discorso vale anche per i servizi di polizia, guardia di finanza, dogana. Si tendono a privatizzare i servizi“.