Le parole del leghista Claudio Borghi sulla questione del deficit e delle stringenti regole europee che impediscono di utilizzare questo strumento contabile come metodo per il rilancio dell’economia italiana. “Bisognerebbe fare più deficit”, ha affermato il senatore leghista al quotidiano La Verità, riproponendo un suo storico cavallo di battaglia. “Ma l’Europa non ce lo permette”.
Per Borghi, infatti, “siamo costretti a seguire regole non ottimali. Ma non metteremo nuove tasse come farebbe la sinistra”.
Il senatore leghista Borghi, intervistato dal quotidiano La Verità, mette il dito nella piaga. Il governo a guida Meloni sta procedendo spedito sul tema del Mes, il meccanismo europeo di stabilità un tempo fumo negli occhi di coloro che si professano “sovranisti”, tra i quali spicca la Lega di Salvini e in particolare Borghi. Così, tornando sull’argomento, l’economista marca la sua posizione all’interno dell’esecutivo, scagliandosi contro le parole del Presidente dell’organismo di risoluzione bancaria Dominique Laboureix e le sue parole sul fatto che il Mes sarebbe uno scudo contro le crisi bancarie.
Meccanismi “poco utili”, li derubrica il leghista. “In un mondo come il nostro – dove la possibilità di fare deficit è limitata da regole autoimposte – ogni giorno qualsiasi governo sa che deve tassare qualcuno per fare delle cose nei confronti di qualcun altro”, ha affermato Borghi, parlando anche dei cosiddetti “guadagni straordinari“, ovvero quelli che il governo Meloni ha deciso di tassare in maniera più ferrea.
“Non è poi così sbagliato tassarli, questi guadagni”, commenta il leghista. “Anche perché, quando le banche vanno male, spesso poi è il governo a doverci mettere dei soldi dentro”. Le sue parole sono poi estremamente dure nel momento in cui si affronta il ricorda della lettera della Bce inviata nel 2011 all’Italia. Per Borghi quella fu la “fine della democrazia” e la “nascita della dittatura finanziaria”.
Per quanto riguarda la prossima Legge di bilancio, il leghista ha affermato: “Guardiamo gli interventi seri effettuati in passato per salvaguardare l’economia. Quando eravamo al governo c’erano discussioni ridicole ed estenuanti sul deficit tendenziale che non poteva arrivare al 2,4% ma solo al 2,04%. Poi con il Covid si è giustamente potuti arrivare al 10%. E non è crollato un bel niente”.