“A Caivano serve un’operazione frontale dello Stato, come è accaduto per Scampia”. Lo ha detto in esclusiva a Notizie.com il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che domani parteciperà alla manifestazione indetta dai comitati civici del comune campano
Un corteo partirà alle 18 dalla parrocchia San Paolo Apostolo, situata nel Parco Verde, per raggiungere il centro sportivo abbandonato teatro degli abusi sulle due minori.
Sarà quella di domani una manifestazione indetta dai comitati civici del comune campano, vicino Napoli, in “sostegno e solidarietà alle vittime dello stupro di Caivano“. Ha annunciato la sua partecipazione anche il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli. Notizie.com lo ha intervistato in esclusiva per avere, al di là dei fatti indagati ora da investigatori e inquirenti, un’istantanea del Parco Verde e dei luoghi in cui sarebbero maturati gli orrori.
Caivano, domani una manifestazione di solidarietà. Borrelli (AVS) a Notizie.com: “Serve un’operazione frontale dello Stato, come accaduto per Scampia”
Onorevole Borrelli, Caivano è una realtà drammaticamente conosciuta. Un comune non famoso, ma famigerato e non solo in relazione agli ultimi inquietanti fatti di cronaca che stanno giustamente occupando le prime pagine della cronaca in questi giorni. Ci racconti meglio la realtà di Caivano.
“Caivano è una questione drammaticamente non affrontata. Lo dico subito, senza troppi giri di parole: a Caivano occorre fare un’operazione come quella che è stata realizzata a Scampia. Serve un intervento frontale dello Stato”.
Perchè?
“Perchè a Caivano la metà degli abitanti, da quanto mi risulta, è occupante illegalmente di immobili. Metà delle persone che vivono in questo comune campano, è legata alla camorra, allo spaccio, alla prostituzione. Gli unici riferimenti sono Don Patricello e la caserma dei carabinieri del posto, che pure ha fatto tanto, ma di certo non è riuscita da sola ad invertire la tendenza criminale del luogo”.
E se pensa ai presunti abusi sulle due minori, senza entrare nelle indagini, cosa pensa come prima cosa?
“A dove sarebbero state consumate le violenze. Quello è uno dei tanti centri sportivi che funzionavano a Caivano, tolto alla società che lo gestiva attraverso un’interdittiva antimafia. Ma così parliamo di una doppia sconfitta dello Stato. Non basta togliere alle mafie, occorre anche restituire alla cittadinanza certi luoghi! Altrimenti tutto diventa un centro di spaccio aggregante. Credo di essere poi l’unico tra i parlamentari, ad aver fatto manifestazioni all’interno del Parco Verde di Caivano. Ho aperto lì la mia campagna elettorale lo scorso anno”.
Caivano non è nuova a denunce forti, e lei in qualche modo ne è stato testimone.
“Sì, mi sono battuto in passato perchè venisse ritrovato il corpo del giovane Antonio Natale. Era scomparso da casa sua nel Parco Verde, nell’ottobre del 2021. Dopo giorni di ricerche venne ritrovato in un campo tra Acerra e Afragola. La madre di Antonio si rivolse a me, perchè aveva capito tutto. Aveva capito che suo figlio era diventato uno spacciatore. La donna mi chiese di organizzare una manifestazione e con una forza straordinaria e con grande coraggio, accusò pubblicamente i mali di Caivano. Indicò davanti alle forze dell’ordine le case di spaccio legate ai clan dalla Camorra. Poi andò via dal Parco Verde”.
Torniamo alla sua idea, smantellare come a Scampia. Operazione frontale dello Stato. Non c’è altra soluzione o via di uscita per Caivano?
“Vorrei ricordare un dato. Da che io ne ho memoria, nessun sindaco del comune di Caivano ha terminato il mandato dei 5 anni. Nel Parco Verde non c’è nulla, ecco perchè dico che vanno smantellate le case occupate abusivamente dai clan. E poi, serve una pressione perenne e costante delle forze dell’ordine con volanti che passano di continuo. Chiederò al prefetto di intervenire in questo luogo abbandonato, soprattutto nel centro sportivo in cui si sarebbero consumati gli orrori. Perchè vede, il rischio che corriamo è che si possa arrivare a dire che si stava meglio quando c’erano i camorristi!”
La gente di Caivano non denuncia solo per paura o anche per connivenza?
“Non voglio entrare nell’indagine che riguarda le due cuginette, però dico una cosa: se scopro che mia figlia è stata abusata la porto lontano anni luce. Io so solamente che in tutte le manifestazioni che negli anni sono state organizzate, hanno partecipato madri e bambini. Non ho visto mai nessun padre”.
E domani cosa si aspetta accada?
“Ho forti dubbi sul fatto che ci sarà partecipazione ed espressione popolare, perchè dovrebbero insorgere contro un certo sistema di cose? Però parteciperemo sperando che questa ultima vicenda possa smuovere profondamente le coscienze e spingere le autorità, ripeto, ad un’azione frontale e definitiva”.
Don Patricello ha chiesto al premier Meloni di recarsi prima o poi a Caivano. Il capo del governo dovrebbe andare per rendersi conto?
“Che sia il presidente del Consiglio, che sia chi è capo della Commissione antimafia, la cosa importante per me sarebbe andare quando qualcosa di concreto e sostanziale è stato deciso e fatto per cambiare l’ordine delle cose in quei luoghi”.