Anche il presidente della Nazionale dei Preti si è scagliato contro Roberto Mancini: le sue dichiarazioni non sono passate inosservate
E’ diventata addirittura una questione di chiesa la vicenda che vede come protagonista Roberto Mancini. Da pochi giorni, infatti, è stata comunicata la notizia della sua nuove avventura. Un “progetto” che lo vedrà in Arabia Saudita, per i prossimi tre anni, come commissario tecnico della Nazionale araba. Le sue dimissioni, avvenute lo scorso 13 agosto, hanno fatto molto discutere e creare moltissime polemiche. Specialmente da parte di molti tifosi che le pretendevano dopo che gli Azzurri non sono riusciti a qualificarsi per il Mondiale in Qatar.
Nel frattempo, però, come riportato in precedenza si sta parlando di questa vicenda anche fuori il mondo dello sport. In particolar modo, a prendere parola, ci ha pensato il presidente della Nazionale dei Preti, Don Jordan Coraglia. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni dell’agenzia di stampa ‘Adnkronos‘. Non sono assolutamente mancate le stoccate e le frecciate nei confronti del manager jesino (che a breve verrà presentato ufficialmente come nuovo allenatore della nazionale saudita in un lussuoso hotel della capitale).
Nazionale Preti contro Mancini, il duro attacco del presidente
Queste sono alcune delle parole rilasciate proprio da Coraglia che non ha per nulla accettato le sue dimissioni per intraprendere questa avventura che gli porterà tanti soldi in tasca: “Quando succedono cose a livello internazionale non si sa mai al tutto quello che ci sta dietro. Sicuramente però c’è dietro qualcosa che ha fatto sì che la cosa non sia stata molto trasparente. Lasciare la Nazionale in questo modo per poi prendere subito dopo un altro incarico sa molto di cosa già pensata”.
Non è finita qui visto che ha continuato dicendo: “Mancini è un personaggio pubblico. Poi i giudizi per la mancata qualificazione ai mondiali e i giudizi connessi. Si è tirato ancor di più la zappa sui piedi. Non è una cosa bella dal punto di vista umano. Sarebbe sempre giudicato come colui che ha fatto il ‘gran rifiuto’. Non volevo dirlo, ma mi è scappato: Dante lo metterebbe all’inferno. Se lo ha fatto solamente per soldi, Mancini deve sapere che alla fine li lascerà tutti qui. Se ragioni cristianamente ti chiedi: a che ti servono tutti questi soldi? Preferirei pensare di più ai rapporti umani”.