Aumentano i ricorsi dei genitori dopo le bocciature dei propri figli e si inizia a pensare ad una revisione delle modalità attualmente vigenti
Quella dei ricorsi in caso di bocciatura è una vecchia questione e, negli ultimi anni, la quantità di appelli presentati ai giudici dell’intera penisola è sensibilmente aumentata.
Recentemente, è avvenuto una promozione piuttosto emblematica, conquistata dai genitori di un ragazzo, che aveva svolto un esame orale mediocre, ma il cui discreto rendimento durante l’anno, ne ha sancito la salvezza.
Si tratta di un giovane ragazzo bocciato in provincia di Venezia con un voto di 54 punti su 100, notoriamente non sufficienti a raggiungere l’agognata salvezza. I 60 punti sembravano lontani, ma il ricorso al Tar ha fatto rapidamente recuperare al giovane non uno, non due, ma ben sei punti, utili a raggiungere la soglia minima per diplomarsi. Un fenomeno non esclusivo delle scuole superiori, come testimoniato dal caso di pochi giorni fa, che ha coinvolto una giovanissima delle medie. La bambina di appena undici anni, aveva accumulato un numero proibitivo di insufficienze, ben sei, che le avrebbero naturalmente precluso il passaggio all’anno successivo. Anche in questo caso, il ricorso al Tar ha sortito l’effetto sperato e la studentessa potrà accedere al secondo anno.
Una tendenza sempre più diffusa, che spinge i genitori di figli in difficoltà a tentare il tutto per tutto, nella speranza di evitare la ripetizione dell’anno. Sono diversi i fattori che si nascono dietro a questo numero impressionanti di ricorsi, e vanno dalla dubbia qualità della valutazione e dell’insegnamento, alla tendenza protettiva di genitori poco realistici nei confronti delle innegabili “colpe” dei figli. Soltanto a Venezia, nell’ultimo anno, sono state una trentina le cause in merito a questioni scolastiche. Nonostante l’evidente incremento del numero di cause, la percentuali di successo per le famiglie, sono rimaste invariate, con circa una vittoria ogni dieci ricorsi. I controversi casi sopracitati, hanno spinto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ad annunciare un ingente investimento sulla questione delle bocciature e dei relativi ricorsi.