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Politica

Meloni, Polito non ha dubbi: “Domina la scena a destra e a sinistra”

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Francesco Gnagni

L’analisi dell’editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito sulla premier Giorgia Meloni, a suo avviso “credibile in Italia e all’estero”. “Ha puntato tutto sulla crescita e si dimostra affidabile”, dice Polito. “Sta togliendo ogni argomento alla sinistra, ma sugli extraprofitti poteva far meglio”. 

Il politologo spiega che la posizione di Meloni è leggermente sfumata rispetto al passato, per la ragione che, se “sovranismo e nazionalismo non sono uguali”, oggi per la premier “viene prima il secondo”. Dall’altro lato, invece, vi è un’opposizione “debolissima”, con il Pd “alla disperata ricerca di una via d’uscita dalla crisi”.

(Ansa)

Giorgia Meloni uber alles. Questa è l’impressione che emerge dall’analisi dell’editorialista del quotidiano di Via Solferino, Antonio Polito, che intervistato da Libero ha iscritto nero su bianco ciò che oggi pensa gran parte dell’establishment italiano e non solo. Meloni insomma non solo vince, ma convince tanti. Merito delle sue capacità, maturate in lunghi anni di esperienza politica, della sua intelligenza strategica e della sua onestà di sentimenti, che l’hanno prima portata a ingraziarsi l’elettorato italiano, e oggi sta facendo lo stesso con analisti politici e cancellerie internazionali.

L’analisi dell’editorialista del Corriere della Sera

“Meloni ha abbandonato il sovranismo, la sua bussola è l’interesse nazionale”, spiega Polito alla giornalista Annalisa Chirico, sul quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. “Meloni è the only show in town, l’unico esperimento politico in corso. Domina la scena a destra e a sinistra“. I meriti sarebbero cioè da ricondurre anche alla debolezza del contesto oppositivo. Intorno a lei, insomma, il vuoto.

“Come ha notato Luca Ricolfi, da dieci mesi il premier spiazza la sinistra, toglie agli avversari ogni margine di azione perché occupa la scena in modo totalizzante. Con la tassa sugli extraprofitti delle banche, con il taglio del cuneo fiscale, con la proposta sul salario minimo il premier lascia alla sinistra ben pochi argomenti”.

L’unico rischio, l’editorialista lo vede nell’eccesso dell’uso della spesa pubblica in chiave redistributiva, che se dovesse verificarsi porterebbe, afferma Polito, a fare inceppare l’economia italiana. Insomma, un eccesso di politiche di sinistra, potremmo dire. Dal pericolo dell’estremismo di destra a quella di orientamento opposto, che il politologo bolla come un possibile “errore fatale”.

(Ansa)

Mentre in Europa, Meloni avrebbe “scommesso tutto sulla credibilità, e ha fatto bene”. “Chi dice che sarebbe diventata una ‘moderata’ banalizza un passaggio ben più significativo. A guidare l’azione del premier non c’è una rivendicazione sovranista ma la lucida consapevolezza che per contare l’Italia deve stare in Europa e in Occidente, deve sedere ai tavoli che contano, deve essere disposta a cedere sovranità, ove necessario, per realizzare l’interesse della nazionale”.

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Francesco Gnagni