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Esteri

Mosca, arrestata spia russa. L’accusa? Essere al soldo degli Usa

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Francesco Gnagni

La notizia diramata da Mosca e rilanciata dalle agenzia di tutto il mondo. Nella capitale russa è stata arrestata una spia della stessa nazionalità, ma che lavorava per gli americani. Il nome dell’uomo è Robert Robertovich Shonov, ed era quindi “al soldo” degli Usa. Nonostante la sua cittadinanza russa, infatti, aveva importanti collegamenti con l’ambasciata americana a Mosca. Così è finito per essere arrestato con l’accusa di aver fornito a diplomatici americani informazioni sul conflitto attualmente in corso in Ucraina. 

Una scena che sembrerebbe una narrazione cinematografica o una macchinazione del Cremlino, ma che si è invece verificata negli scorsi giorni. L’accusa di Mosca è ben delineata, e l’uomo aveva già lavorato in precedenza per il Consolato statunitense.

(Ansa)

Le forze di sicurezza di Mosca hanno arrestato Robert Robertovich Shonov, un uomo di cittadinanza russa colpevole di avere trasmesso informazioni sul conflitto in Ucraina a diplomatici americani. O almeno sono queste le accuse lui imputate da Mosca. Così è arrivata anche la nota dei russi, firmata dal servizio federale di Sicurezza (Fsb), che in un comunicato stampa ha dichiarato di aver “soppresso le attività illegali di Robert Robertovich Shonov”. Nel testo, l’organo del Cremlino accusa infatti Shonov di essere essere un informatore dell’Ambasciata statunitense a Mosca e di avere agito nella capitale russa in quanto tale, sottraendo elementi sensibili e riservati per consegnarli al “nemico”.

Le accuse della polizia russa nei confronti della presunta spia

L’uomo, presunta spia, era stato in precedenza un dipendente del Consolato statunitense nella città orientale di Vladivostok. Sempre il servizio federale russo di sicurezza (Fsb) ha poi diffuso ulteriori dettagli sulla vicenda. Questi infatti ha affermato che Shonov ha iniziato a fornire informazioni sul conflitto Ucraino e sulla mobilitazione dei militari da parte di Mosca, ormai da oltre un anno. Per la precisione, si afferma, dal settembre 2022. Il suo sarebbe stato inoltre un lavoro direzionato verso alcuni elementi dettagliato, con un ruolo ben preciso. Tra i quali c’era anche l’incarico di valutare il sentimento di protesta nelle regioni russe in vista delle prossime elezioni presidenziali russe.

(Ansa)

Una volta raccolte il maggior numero di informazioni, Shonov avrebbe in seguito fatto rapporto a due diplomatici dell’Ufficio politico dell’Ambasciata statunitense a Mosca, Jeffrey Silin e David Bernstein. Ora anche questi ultimi verranno sentiti dalla polizia russa e dal Fsb, per capire se e quanto effettivamente il lavoro portato avanti per gli Usa abbia danneggiato il Paese o rischi di farlo. 

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Francesco Gnagni