Le indagini sull’omicidio di Sirolo proseguono. Intanto il fratello della vittima ripercorre quei momenti terribili, che hanno portato alla morte del 23enne.
Un litigio per futili motivi. E’ questo il movente che ha portato alla morte del 23enne a Sirolo. E la famiglia della vittima ora chiede giustizia: “Vogliamo che venga fuori la verità“, ha detto il fratello, citato da Il Mattino, che era presente in quel tragico pomeriggio di domenica.
“Io sono riuscito a nascondermi – ha raccontato il giovane – ma lui no. Quando l’ho raggiunto non perdeva sangue, ma stava cambiando colore. Ho provato a raggiungere il killer, ma ormai era scappato. Klajdi era un ragazzo d’oro, non faceva male a nessuno“.
In questa intervista il fratello della vittima ha ripercorso anche gli attimi che hanno portato all’aggressione e alla morte del 23enne: “Ho visto l’assassino andargli incontro e picchiarlo. Noi siamo scesi per dividerli”.
“Ha dato un pugno a mio fratello – ha detto ancora – e noi chiedevamo di fermarsi. Lui ha fatto finta di andarsene, ma poi è tornato con una fiocina. Io sono riuscito a nascondermi dietro un’auto. Ho detto a mio fratello di fare la stessa cosa, ma non ha fatto il tempo. La fidanzata del killer anche gli diceva di fermarsi, ma lui ha proseguito raggiungendolo e sparato un colpo dritto al cuore da 2-3 metri. Poi ha ripreso l’arma ed è risalito in auto. Al volante c’era la fidanzata che lo aspettava e sono scappati“.
Le indagini su questo omicidio proseguono e nelle prossime ore ci potrebbero essere delle importanti novità. Al momento gli inquirenti vogliono capire chi si trovava alla guida dell’auto sia al momento del diverbio che durante la fuga. Il fratello della vittima ha parlato della fidanzata, ma la giovane al momento non risulta essere indagata.
L’inchiesta, comunque, è in corso e nelle prossime ore ci potrebbero essere delle importanti novità su un omicidio che ha ancora diversi punti da chiarire.