Dopo le frasi sue sugli stupri di Palermo e Caivano, che hanno creato non poche polemiche, Andrea Giambruno ha voluto fare chiarezza: lo ha fatto in una intervista al ‘Corriere della Sera’
Nessun dietrofront. Nessuna intenzione di chiedere scusa né altro. Anzi, ci ha tenuto a ribadire che le sue parole sono state travisate. Argomento in questione lo stupro. In particolar modo quelli avvenuti a Palermo e Caivano. Le sue dichiarazioni hanno fatto infuriare il web e l’opposizione. Andrea Giambruno fa chiarezza e torna alla carica. Questa volta lo fa in una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Corriere della Sera“.
Risponde con rabbia a chi lo ha attaccato in questi giorni. Come riportato in precedenza, soprattutto agli esponenti politici della sinistra. Fa presente di non aver mai detto che la ragazza se l’è cercata o che se eviti di ubriacarti non ti stuprano. Il compagno della premier Meloni ha aggiunto: “Ai politici che mi attaccano non viene il dubbio che non posso aver giustificato uno stupro? Mi sono permesso di dire ai giovani di non uscire apposta per ubriacarsi e drogarsi. Però il malintenzionato lo trovi purtroppo“.
Stupro, bufera sulle parole di Giambruno: il compagno della Meloni non ci sta
Per Giambruno non ci sono dubbi: si è creato un vero e proprio complotto contro di lui dopo le sue dichiarazioni sulle vicende che hanno sconvolto il nostro Paese. “C’è chi strumentalizza la vittima di Palermo per attaccare me. Strumentalizzano gli stessi politici che mi fanno chiamare per un invito“. Con chi ce l’ha in particolare? Con il Partito Democratico. Tanto da attaccare, quasi una ad una, coloro che ne fanno parte.
“Braga cosa vuole? Che il presidente del Consiglio prenda le distanze dalle idee di un giornalista? La sinistra vuole tutti ubriachi e drogati? Cecilia D’Elia? Io faccio il divulgatore, non l’educatore“. Ne ha anche per il Movimento 5 Stelle, affermando che i loro commenti sono da “querela”. Poi fa chiarezza sulla sua compagna: “Non si è mai permessa di dirmi cosa dire“. In conclusione ha aggiunto: “Chiedono la mia sospensione. Gli stessi che decantano la libertà di espressione“.