Il segretario generale dei pensionati italiani se la prende con il governo e le decisioni che vuole prendere
I pensionati si ribellano. E tramite chi li rappresenta sono pronti a scendere in piazza e a far valere le loro ragioni, costi quel che costi. “Basta fare cassa con le pensioni. Basta trattare i pensionati come un bancomat permanente. Se questo governo pensa di tagliare ancora l’indicizzazione degli assegni, stavolta faremo fatica a stare fermi. Scenderemo in piazza, come in Francia. E faremo ricorso alla Corte Costituzionale“, sono le parole di fuoco pronunciate da Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi-Cgil in una intervista rilasciata a Repubblica.
Il segretario prende posizione su quanto sta decidendo il governo, ovvero quello di tassare parte delle pensioni con una percentuale molto alta. Una scelta che i pensionati non accettano e combattono con ogni forza e mezzo. E poco importa quanto sostiene il governo che quei soldi servirebbero per le famiglie, ma i pensionati sono le famiglie, fa capire il segretario Pedretti e ha paura che l’obiettivo sia ben altro, non certo le famiglie per le quali lui è pronto a fare tutto.
“Usano queste tasse non per le famiglie ma per ripianare il debito e così non va bene”
“Soldi per le famiglie? Se fosse così, siamo pronti a tassarci per i giovani e anche per alimentare il fondo per la non autosufficienza, approvato e lasciato vuoto dal governo”, ha spiegato Pedretti, ma per lui l’obiettivo è un altro e non si nasconde: “Sui soldi da dare alle famiglie non ci sono problemi, questo significa aiutare i giovani due volte, perché i loro genitori potrebbero avere bisogno di assistenza. Ma il punto è che questo governo, come anche altri dal 2011, usa le pensioni per ripianare il debito. E il debito lo usa per fare la flat tax. Non un euro preso dai pensionati va ai giovani e alle famiglie visto che si tagliano pure sanità e scuola”.
E sulla possibilità che oltre a queste tasse ci possa essere anche un secondo taglio alla rivalutazione delle pensioni all’inflazione per cercare coperture giuste per la prossima manovra, il segretario Pedretti spiega il suo punto di vista non proprio conciliante: “Capisco che hanno bisogno di soldi per le loro promesse e sono in forte imbarazzo perché non riescono a realizzarle. Ma non me l’aspettavo, dopo il taglio enorme dell’anno scorso da 10 miliardi netti in tre anni. È un’azione anti democratica. Si disconosce il diritto costituzionale a una pensione dignitosa. Sono soldi che un pensionato perde per sempre. E si intacca un meccanismo di diritto, un patto tra il contribuente e lo Stato. I pensionati non hanno un contratto che si rinnova ogni tre anni. Hanno solo l’indicizzazione”.