Stupro Caivano, Don Patriciello non ci sta e attacca pesantemente la sinistra: lo ha ribadito in una intervista che ha rilasciato ai microfoni del ‘Corriere della Sera’
Quella di ieri è stata una giornata importante. Un grandissimo segnale da parte del governo. In particolar modo quello di Giorgia Meloni che, con la sua presenza, ha fatto capire che a Caivano lo Stato c’è. Non una città qualunque, ma proprio dove nel mese di agosto si è verificato un terribile episodio di violenza sessuale nei confronti di due minorenni. Molte le persone presenti al ‘Parco Verde‘ della città napoletana.
C’è stata qualche piccola contestazione (di coloro che hanno perso il reddito di cittadinanza e si sono scagliati contro di lei), ma per il resto in molti hanno apprezzato il suo arrivo. Tra questi, ovviamente, anche Don Patriciello, parroco della città finita sulle pagine di cronaca. Anche se, lo stesso uomo di chiesa, si è voluto sfogare in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘. Tanto da scagliarsi contro la sinistra che non ha affatto digerito una sua “mossa”.
Stupro Caivano, Don Patriciello: “Sinistra mi accusa per aver invitato Meloni”
Un lungo colloquio, quello di ieri pomeriggio, tra Giorgia Meloni e Don Patriciello. Quest’ultimo ha discusso dei problemi della sua città. La promessa della premier è stata quello di fare il possibile per aiutarlo in questa lotta. Allo stesso tempo, però, il parroco afferma di essere completamente spiazzato dal comportamento che ha avuto la sinistra. La stessa che gli punta il dito contro per aver invitato, nella sua città, il presidente del Consiglio.
Queste sono alcune delle sue parole rilasciate al noto quotidiano italiano: “E’ davvero incredibile. Ora mi tocca ricevere le telefonate indispettite dei miei amici di sinistra. Non mi perdonano di aver aperto le braccia a Giorgia Meloni. Ma se anche Vincenzo De Luca ha detto che qui lo Stato non si è mai visto. Dovevo starmene con le mani in mano?“. Poi ha continuato dicendo: “Stavo per salutarla con un applauso, poi mi sono trattenuto. L’ho invitata, non si è fatta pregare e si è impegnata. Io sono un credente. Credo alle parole date. Ma se nulla dovesse succedere, se le parole dovessero rimanere parole, allora sarei il primo a fischiare“.