Ucciso per uno scooter parcheggiato male, la rabbia del padre della vittima che vuole andare via dalla città
Una morte orribile. Ucciso, a colpi da arma da fuoco, per uno scooter parcheggiato male. Prima una lite che poi è terminata in tragedia. Se ne è andato così Giovan Battista Cutolo, anni 24. Lui che con la criminalità non c’entrava nulla. Lui che non era affiliato a nessun tipo di clan. Un amante della musica, un talento prodigio. Non vedeva l’ora di sfondare in questo campo. Ed invece i suoi sogni si sono fermati a 24 anni- Con una serie di colpi di pistola sparati da un minorenne, portato subito dopo in Questura.
La sua vita è terminata in piazza Municipio, a Napoli, fuori una paninoteca. Era in compagnia della sua fidanzata fino a quando non è stato ucciso senza motivo da un ragazzino. Non se ne capacita Franco Cutolo, il padre del ragazzo, che sfoga tutta la sua rabbia in una intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica“. L’uomo è disperato e ancora fa fatica a credere che suo figlio non sia più in questa terra. Ucciso per un futile motivo.
“Mio figlio era un talento, un musicista completo, proteso verso una vita meravigliosa, bruciata in strada, con tre colpi di pistola, così, senza un motivo. L’ho cresciuto a pane e cultura e Napoli me lo ha ucciso. Vado via da questa città, basta“. Se ne andrà via a pochi chilometri, in provincia, precisamente a Massa Lubrense. Non ha alcuna intenzione di restare in un posto che ha definito “crudele”.
“Mi hanno sconfitto. Da padre, da uomo di cultura, da sessantenne, sostengo che se una famiglia non ha i requisiti per educare, non deve avere la patria potestà. Solo così si può combattere il degrado morale e la camorra“. Non se ne capacita neanche la madre della vittima, Daniela Di Maggio.
“Un ragazzo di 16 anni che esce con la pistola ha contezza di quello che fa: esce per sparare. Non è un ragazzino, deve avere una pena esemplare. Dobbiamo gridare alle istituzioni di venire in campo mio figlio non c’è più a casa mia. Vengono sdoganati solo modelli materialistici, la scuola non funziona, le famiglie smembrate, la musica non viene sdoganata. Voglio che la morte di Giovanbattista funga da caterpillar contro tutte queste ingiustizie, devono cambiare le leggi”.