Il primo settembre di 101 anni fa, nasce uno degli attori più rappresentativi della nostra storia… Vittorio Gassman.
Vittorio Gassman ha lasciato amici e familiari ben 23 anni fa, ma il suo ricordo e la sua figura, riecheggiano con vigore nella mente di chiunque abbia avuto il piacere di interfacciarsi con le numerose pellicole a cui ha partecipato, che ne contengono a malapena l’esuberanza e il talento.
Soprannominato il Mattatore, Gassman ha segnato, attraverso il carisma e un talento smisurato, l’immaginario collettivo nostrano, che ogni anno ne ricorda le storice interpretazioni e l’incolmabile grandezza.
Nato a Genova il primo settembre del 1922, Vittorio Gassman è uno degli attori più rappresentativi del cinema italiano, nonché una delle personalità più carismatiche del nostro novecento. La sua fama è da imputare, in particolar modo, all’assidua presenza nella commedia all’italiana del secondo novecento, a cui si dedicò dopo aver percorso, con scarsi risultati, la strada del dramma cinematografico. Attore e regista teatrale di fama nazionale e internazionale, Gassman amava profondamente la poesia e la letteratura, e la sua figura rappresenta in maniera piuttosto emblematica il cambiamento dei tempi. Difatti, a livello cinematografico, il protagonista de Il Sorpasso (1962) ha calpestato quasi esclusivamente il genere della commedia all’italiana, genere cinematografico nel quale, ad oggi, si fa una certa fatica a rintracciare la presenza di intellettuali del calibro di Gassman. I ruoli spesso scanzonati, dietro ai quali si nasconde una fine poetica, celano con grazia la raffinatezza intellettuale di un uomo costantemente impegnato nello studio e nell’approfondimento delle sue materie di competenza. Letteratura, poesia e teatro, sono i tre pilastri intellettuali che hanno caratterizzato l’attività da studioso e praticante del mattatore. Un uomo tanto carismatico e affascinante, quanto intelligente, la cui vita, tuttavia, è stata inevitabilmente macchiata da un’ombra indelebile. Gassman, infatti, soffriva di una forma piuttosto grave di bipolarità, che per alcuni anni, ne causò una profonda depressione.
In età avanzata, nel corso di alcune interviste, è possibile osservare una rara capacità di analizzare se stesso e i propri demoni. Vittorio, per sua stessa ammissione, non è stato un uomo semplice da vivere nella quotidianità e i suoi svariati matrimoni, ne testimoniano un’indole difficile da domare e, alle volte, furibonda. Come gran parte dei grandi uomini di spettacolo del novecento, Gassman oscillava costantemente tra la dimensione familiare e un egocentrismo smisurato, che corrodeva l’attività paterna, a beneficio del personaggio. Il lavoro, a tratti, si trasformò da passione a ossessione, come spesso accade per chi è destinato ad eccellere nella propria professione. Nelle ultime fasi della sua vita, Gassman manifestò anche pubblicamente una ritrovata lucidità, che gli permise di conquistare un equilibrio invidiabile, grazie al quale ottenne una consapevolezza di se fuori dal comune. La precedente vanità e l’incolmabile ego, si amalgamarono ad una commovente umiltà, che ne elevarono ulteriormente le capacità da perforatore culturale. A 101 anni dalla sua nascita e 23 dalla sua morte, se avete voglia di andare a trovare Vittorio, potete recarvi al cimitero del Verano a Roma, dove è presente la sua tomba, con il leggendario epitaffio “Non fu mai impallato”. Una frase che nasconde un’affascinante segreto, già raccontato sul nostro sito.