Luciano Spalletti si presenta come nuovo commissario tecnico dell’Italia: il nuovo allenatore ha affrontato vari argomenti, tra questi anche quello che riguarda il suo passato, ovvero il Napoli
Nella serata di ieri erano arrivate le prime convocazioni (in vista dei match contro Macedonia del Nord ed Ucraina valevole per le qualificazioni al prossimo campionato Europeo dove siamo i detentori), negli ultimi minuti è arrivata anche la presentazione ufficiale da parte del nuovo commissario tecnico, Luciano Spalletti. L’allenatore del trionfo dello scudetto con il Napoli ha accettato, con grande entusiasmo, la chiamata da parte del presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Gabriele Gravina. Quest’ultimo non ha mai avuto dubbi su di lui, visto che lo voleva fortemente sulla panchina dopo le dimissioni shock di Roberto Mancini.
Queste sono alcune delle sue parole rilasciate nella sua prima conferenza stampa a Coverciano: “Ringrazio Gravina per avermi dato questo bellissimo incarico. Ho trascorso molto tempo in questo luogo che è l’Università del Calcio. Essere qui alla conferenza stampa della mia presentazione come ct dell’Italia è una emozione indescrivibile. Spero di di far rinascere quel sogno in tutte le migliaia di bambini che sono a guardare la Nazionale“.
Come riportato in precedenza ha affrontato anche l’argomento che riguarda il suo passato, il Napoli: “Sono stato felicissimo dalla prima telefonata ricevuta da Gravina. Il Napoli? E’ stata una esperienza bellissima, è stato qualcosa di travolgente forse più di ciò che uno si possa aspettare. E’ per me un ricordo bellissimo. Clausola? Niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta. Ci sono delle cose che dobbiamo mettere a posto dove stanno lavorando gli avvocati e io spero si possa arrivare il prima possibile alla migliore soluzione per tutte e due le parti“.
“Io cerco la felicità. Non riesco a essere felice da solo. Non riesco a essere felice se non vedo la gente felice attorno a me. Napoli e i napoletani sono stati la mia felicità. Bisogna urlare la nostra felicità nel vestire questa maglia. Non è una maglia qualunque perché la maglia della Nazionale ci rimane sempre addosso. Noi abbiamo dei campioni che ci hanno fatto vedere cosa vuol dire il senso di appartenenza, Mazzola, Rivera, Riva, Lippi, Baggio. Così come Gianluca Vialli che sarà sempre con noi. La storia di Buffon e di altri giocatori sarà intuitiva“.
Sulle prossime due partite ha dichiarato: “Saranno due gare fondamentali. Questa maglia è un dono troppo importante che bisogna contraccambiare. Siamo all’inizio della preparazione e Verratti e Jorginho era impensabile portarli dentro non avendo giocato minuti”. Rapporto con i club: “Devono sapere che il bene della Nazionale è il bene di tutto il calcio italiano. Non dobbiamo mai essere in contrasto. Io cercherò di avere un rapporto continuo con gli allenatori, qualcuno l’ho già chiamato“.
Un compito non facile dopo non essere andati al Mondiale: “Nella mia testa prendo per esempio tutte le cose di cui ho parlato adesso, non prendo i risultati. Da Mancini eredito una buona Nazionale, lui ha vinto un Europeo, ha fatto un record di 37 risultati utili consecutivi e ha lanciato molti giovani. Poi bisogna cancellare assolutamente l’amarezza di due risultati che ci sono successi“.
Sulla questione leader: “Di leader non ne basta uno solo. Quando si veste questa maglia bisogna avere la postura di chi sa che vestirà questa maglia, affrontiamo sempre giocatori importantissimi. Un leader solo non basta ma è chiaro che poi ci saranno giocatori con più esperienza, con meno timidezza.
Di registi in squadra ne abbiamo, uno è il regista della Juventus (Locatelli, ndr). Lui fa il regista nella Juventus. E poi ci sono anche altri calciatori senza fare nomi… ma Cristante lo sta facendo in maniera splendida e ha quella fisicità che ti può aiutare in una parte della partita”. In conclusione chiude con una delle sue perle: “Forse non sarò il miglior allenatore possibile per la Nazionale, ma sarò il miglior Spalletti possibile“.