Imprese, microaziende indebitate: in merito a questo argomento (e molto altro ancora) è intervenuto il ministro Adolfo Urso che ne ha parlato al ‘Corriere della Sera’
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha confermato che il governo è costantemente al lavoro per un intervento sui crediti deteriorati. Gli stessi che, da questo momento, sono diventati fondi di investimento riacquistati dalle banche. Lo ha confermato stesso il politico in una lunga intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera‘. In merito a ciò (ed ha molto altro ancora) ha voluto esprimere il proprio pensiero.
Queste sono alcune delle sue parole: “Nel 2018 Fratelli d’Italia presentò proposta di legge sui crediti deteriorati. Poi quasi tutte le altre forze politiche presentarono proposte simili, anche in questa legislatura, che sono all’esame del Parlamento. Ci sono diverse proposte con diverse soluzioni. Abbiamo iniziato un confronto con tutti gli attori, per capire se e come si può affrontare la questione con la massima condivisione. Ovviamente l’intervento dovrà tener conto della realtà odierna: non è più quella del 2018, anche perché il mercato si è sviluppato”.
Imprese, Urso: “Bisogna trovare il modo per far tornare in bonis debitori”
Il ministro ha continuato la sua intervista in questo modo: “Se dovessimo arrivare ad una proposta, sarà solo con il consenso di tutto il governo e la partecipazione e, se possibile, il consenso di tutti gli attori. Dev’essere una proposta positiva, che supera i problemi”. Anche perché, a quanto pare, l’obiettivo del governo è fin troppo chiaro: “Bisogna trovare il modo per far tornare in bonis un certo numero di debitori. Quando per la prima volta presentammo la legge, c’erano 1,2 milioni di persone coinvolte”.
“Quando una persona ha il credito incagliato per il capannone che non è più riuscito a ripagare, non riesce più ad avere finanziamenti per la sua attività: io guardo soprattutto agli artigiani e alle piccole imprese. Il punto è come far tornare pienamente in attività queste persone così importanti per il nostro tessuto produttivo e sociale”. In conclusione ribadisce che in questo modo non si rischia di interferire con i meccanismi di mercato: “Noi lo vogliamo facilitare e lo faremo solo se riscontreremo una larghissima condivisione. Vogliamo migliorare le condizioni. Stiamo parlando di crediti incagliati al di sotto di un milione di euro“.