La recente polemica sollevata da Pierfrancesco Favino al Festival di Venezia, è stata commentata da uno stimato collega internazionale, anche lui presente alla mostra del lido veneziano.
Tempo di polemiche al Lido di Venezia, dove è in corsa l’80esima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Mads Mikkelsen, celebre attore danese, ha risposto alle divisive dichiarazioni di Favino, che in queste ore hanno generato più di una polemica sui social e al Lido.
Le recenti dichiarazioni di Favino, che andavano a colpire piuttosto esplicitamente un film presentato durante il Festival, sono state immediatamente commentate da un’altra star presente alla Mostra, ovvero il celebre attore Mads Mikkelsen.
L’interprete di svariati ruoli di spicco, tra cui il cattivo del primo James Bond dell’era Craig, ha dichiarato – durante un’intervista a La Repubblica – di aver condiviso più di un punto della tagliente disamina avanzata da Favino. L’attore italiano, difatti, nelle scorse ore ha affrontato il tema delle produzioni statunitensi, che decidono di narrare vicende ambientate nel bel paese, senza coinvolgere attori nativi, in grado di interpretare con maggior accuratezza e coinvolgimento il personaggio nato e cresciuto in quel determinato contesto. Non è la prima volta in cui Favino evidenzia questo supposto problema dell’industria cinematografica d’oltreoceano, ma, questa volta, a stupire è stato il riferimento diretto ad un film presentato proprio al Festival, dove la star italiana è presente con Il Comandante, un film di Edoardo De Angelis. L’operazione criticata alle fondamenta dal popolare attore italiano, è quella portata avanti da Ferrari, il nuovo film di Michael Mann. Difatti, secondo Favino, non sarebbe dovuto essere Adam Driver ad interpretare Enzo Ferrari, ma un attore italiano, che ne avrebbe digerito e restituito con maggiore fedeltà le sfumature linguistiche e comportamentali.
Mikkelsen, dal canto suo, ha sviluppato la polemica, parlando direttamente delle conseguenze di questo modus operandi. Secondo il protagonista della serie Hannibal, finché ci continuerà a doppiare questi attori statunitensi, il pubblico continuerà a non percepire come problematica questa tendenza dell’industria statunitense: “Se in Francia, in Germania, in Italia e in Spagna smettessero di doppiare i film in tutte le lingue, questo potrebbe essere un elemento importante per affrontare il problema. Ma finché continuano col doppiaggio, a chi importa quale sia la lingua, la cultura, d’origine? Non ho mai capito perché fate questa cosa, per me folle. Abbiamo visto Tom Cruise interpretare un ufficiale nazista con un leggero accento tedesco e poi diventare americano in piena regola, da lì in poi. Puoi farlo in questo tipo di film, in altri invece li rende meno credibili”. L’attore danese, come spesso gli accade, ha sollevato con precisione e lucidità un tema interessante, sul quale, forse, dovremmo tutti iniziare a riflettere.