“Assenza di coperture, costi fuori previsione ed una truffa da 12 miliardi. Questo è il superbonus di Conte. Ora il governo deve fronte”. Così la deputata di FDI Augusta Montaruli, replica alle critiche mosse dal M5S alla maggioranza di governo contraria ed estremamente critica nei confronti della misura ora ampiamente rivisitata
Supebonus, dove eravamo rimasti? Qualcosa è cambiato, nelle dichiarazioni dei partiti, durante la pausa estiva? Poco o niente.
Resta la netta contrapposizione tra maggioranza di governo, contraria alla misura alla quale negli ultimi anni hanno fatto ricorso migliaia di italiani, e favorevoli (M5S) su tutti perchè col Supebonus l’econimia italiana, alemeno in un comparto, ha visto una ripartenza. Questo ovviamente il parere del movimento guidato dall’ex premier Giuseppe Conte. Ad inasprire la polemica, che battezza anche la ripresa dei lavori in Parlamento, ci ha pensato il ministro Giorgetti dal Forum Ambrosetti, “Pensate al Superbonus e capirete perché, a pensarci mi viene ogni volta il mal di pancia, non solo per gli effetti negativi sui conti pubblici, ma anche perché ingessa la politica economica lasciando margini esigui ad altri interventi”.
Come il ministro Giorgetti, in quota Lega, la stessa dura visione sulla misura del Superbonus è condivisa dal principale partito di governo. Diverse le reazioni sul tema espresse dai deputati di Fratelli d’Italia, su tutte va registrata quella dell’onorevole Augusta Montaruli, che in un breve video, afferma diretta e concisa: “Assenza di coperture, costi fuori previsione ed una truffa da 12 miliardi. Questo è il superbonus di Conte. Ora il governo deve fronte a quei danni con una legge di bilancio che mette in priorità famiglie e imprese”.
Supebonus, Montaruli (FDI) , “Governo Meloni fa fronte ai danni”- VIDEO-
Ma tra le file delle opposizioni, qual è la visione che si ha rispetto all’agevolazione fiscale che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici?
“Attribuirsi i meriti della crescita dopo la pandemia è semplicemente un atto di malafede. Trattasi di normale rimbalzo del ciclo economico. Ma c’è di più, l’errore sul calcolo dei costi dei bonus edilizi ha determinato una spesa complessiva di 120 mld. La misura più costosa e meno progressiva mai fatta. Avete finanziato totalmente ristrutturazioni edilizie a persone con redditi alti e patrimoni altissimi. Una mangiatoia che sottrae risorse agli investimenti nei servizi essenziali, alimentata dai soldi di operai, infermieri, impiegati, pensionati e insegnanti. Il 110% e il bonus facciate rappresentano l’essenza del populismo. Dovreste vergognarvene – insieme agli altri partiti che li hanno votati – non rivendicarli”.
Così su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda in risposta ad un post dell’ex premier Giuseppe Conte che, ieri a Cernobbio, aveva detto: “A Meloni abbiamo lasciato un’Italia che correva come una Ferrari, oggi ci ritroviamo una bici con la pedalata assistita”.
Critico nei confronti del Superbonus, ma pure verso la maggioranza di governo Riccardo Magi (+ Europa) che sul tema ha dichiarato, “Tra qualche anno ricorderemo il superbonus come un buco nero economico che ha colpito l’Italia, esattamente come ricordiamo oggi le baby pensioni, i salvataggi di Alitalia, quota 100 e qualche altra misura fatta negli anni che continuiamo a pagare ancora oggi. Il superbonus ha creato una bolla a spese dei giovani, che ora si ritrovano sul groppone oltre 100 miliardi di debito pubblico”. Aggiunge ancora Magi,“Avremmo potuto investire quei soldi in tanti modi migliori. Ma sbaglia Meloni a farne un alibi per non fare nulla in vista della prossima legge di bilancio, segno che tutte le sue promesse elettorali non avevano alcuna copertura economica, nessuna possibilità di essere realizzate, nessuna attinenza con la realtà: il rischio è che la manovra dei patrioti si ridurrà a una poltiglia di mancette per le lobby amiche, qualche misura spot, buone per i titoli di giornale ma prive di effetti reali, e ulteriore debito pubblico sulle spalle delle prossime generazioni. Da Conte e Meloni, insomma, le stesse ricette. D’altronde Populismo fa rima con Sovranismo”.