Assalto al Congresso, ufficiale la condanna per leader ‘Proud Boys’

Assalto al Congresso, ufficiale la condanna per il numero uno del gruppo “Proud Boys” in merito a quanto accadde due anni fa negli USA

Proprio nelle ultime ore è arrivata la definitiva condanna nei confronti del numero uno del gruppo dei “Proud Boys“. La questione è quella che riguarda l’assalto al Congresso degli Stati Uniti D’America, che si è verificata il 6 gennaio del 2021. In quella occasione morirono cinque manifestanti durante gli scontri con la polizia. Nel mirino il numero uno del gruppo, Enrique Tarrio. Per quest’ultimo è arrivata la definitiva condanna.

Condannato a 22 anni di carcere
Enrique Tarrio condannato (Ansa Foto) Notizie.com

Secondo quanto riportato da media e fonti locali pare che l’uomo dovrà rimanere per 22 anni in carcere. Le accuse nei suoi confronti sono gravi visto che è ritenuto responsabile dell’assalto. Ricordiamo che il tutto avvenne dopo la mancata rielezione da parte dell’imprenditore Donald Trump che, nel 2020, perse le elezioni contro l’attuale presidente degli USA, Joe Biden. In America attendevano con ansia questa sentenza che è prontamente arrivata.

USA, condannato Enrique Tarrio dei ‘Proud Boys’ per l’assalto al Congresso

La decisione è stata emanata direttamente dal giudice distrettuale, Timothy Kelly. Si tratta di una delle misure più pesanti che siano state prese. In particolar modo tra tutte quelle dei procedimenti legati ai disordini. Il personaggio in foto è stato riconosciuto colpevole di cospirazione sediziosa. Non solo: anche quello di aver avuto un ruolo guida nel complotto per evitare il trasferimento dei poteri da Donald Trump al presidente eletto Joe Biden.

Condannato a 22 anni di carcere
Enrique Tarrio condannato (Ansa Foto) Notizie.com

Queste sono state le parole del giudice durante la sentenza: “Il signor Tarrio è stato il leader preminente di quella cospirazione. Non credo si possa discutere. Penso che le prove supportino la tesi secondo cui il soggetto fosse il leader preminente, la persona a capo dell’organizzazione e che era motivata da una spinta rivoluzionaria“. Ricordiamo che per Tarrio scattarono le manette pochi giorni prima dei disordini e per aver bruciato uno striscione che inneggiava alla campagna “Black Lives Matter“. L’arresto si verificò a Washington.

Non solo: venne arrestato anche per aver portato caricatori di armi nel District of Columbia. Dopo il rilascio, aveva dovuto lasciare la città per disposizione del giudice. Tarrio, però, non era presente a Capitol Hill durante l’assalto. La decisione della sua condanna è fin troppo chiara: “Condannato per l’enorme impatto sugli eventi di quel giorno“.

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