Primo giorno di scuola per studenti e studentesse. Proprio queste ultime hanno voluto affrontare la legge con la vicenda che riguarda l’abaya: come è andata a finire?
Primo giorno di scuola per moltissimi studenti. Soprattutto all’estero. In particolar modo in Francia dove 298 alunne si sono rese protagoniste. Secondo quanto riportato da alcune fonti e media locali pare che nella giornata di lunedì 4 settembre si siano presentate in classe indossando la tunica islamica tradizionale. Ovvero l’abaya. Andando contro il regolamento visto che la nuova legge parla chiaro: ad introdurre il vieto ci ha pensato la città di Matignon, poco prima che la campanella suonasse per tutti gli studenti.
Ad annunciarlo è stato anche il ministro dell’Istruzione francese, Gabriel Attal, ne ha parlato in una intervista rilasciata all’emittente televisiva locale “Bfmtv“: “Ieri 298 studentesse indossavano l’abaya nelle loro scuole. Buona parte di loro ha rispettato il divieto, ma 67 non hanno accettato di togliere la tunica e sono state rispedite a casa“. A rifiutarsi sono state ragazze adulte, in particolar modo alunne della scuola secondaria.
Francia 67 studentesse rifiutano di togliersi l’abaya: rimandate a casa
Lo stesso ministro, però, spera che in un prossimo futuro le cose possano cambiare. “Nei prossimi giorni dovranno tornare perché devono andare a scuola e allora vedremo se hanno o meno rispettato la regola, altrimenti continueremo a dialogare con loro. Il valore della laicità nelle scuole pubbliche non è una costrizione“. In più di un istituto si sono verificati questi tipi di problemi. Meno di un centinaio di scuole su oltre 60mila istituti. Ovviamente non sono mancate le polemiche e le critiche, ma allo stesso tempo non ci sono stati incidenti o altro.
Almeno questo è quello che ha ribadito la premier transalpina, Elisabeth Borne. In queste ultime ore si è svolto il Consiglio di Stato che ha esaminato il nuovo divieto d’indossare l’abito lungo islamico nelle scuole pubbliche francesi. Massimo nella giornata di domani si sarà qualcosa in merito. Nel frattempo l’Adm francese ha presentato ricorso contro il provvedimento introdotto in tempi record dal governo. Tanto da chiederne la sospensione. In molti ritengono che questo divieto vada a violare i “diritti dei minori, in quanto si rivolge principalmente ai bambini musulmani, creando un rischio d’identificazione etnica a scuola“.