Gualtieri, ‘bacchettata’ al governo: “Superbonus doveva finire nel 2021”

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Repubblica” dove si è soffermato su vari argomenti

Sono tanti i temi che ha voluto affrontare. In primis quello relativo al ‘Superbonus‘. Lo stesso che è stato completamente cancellato dal governo e che ha scaturito non poche polemiche e critiche da parte dell’opposizione e della sinistra (che lo ha voluto fortemente negli scorsi anni). In merito a questo argomento ha voluto esprimere un proprio pensiero a riguardo anche Roberto Gualtieri. L’attuale sindaco della città di Roma ne ha parlato in una intervista alla ‘Repubblica‘ dove ha svelato il suo pensiero in merito.

Intervista al quotidiano "La Repubblica"
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (Ansa Foto) Notizie.com

Queste sono alcune delle sue parola a riguardo: “Se il Superbonus si fosse chiuso al 31 dicembre 2021, come avevamo previsto nella norma originaria del governo Conte II, non ci sarebbe stato alcuno sforamento rispetto alle previsioni: anzi saremmo stati anche sotto lo stanziamento. E le proroghe le hanno volute tutti, anche chi è oggi al governo”. Parole fin troppo chiare e che vedono nel mirino anche l’attuale “squadra” che vede come capo il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Superbonus, il ricordo di Gualtieri quando era ministro dell’Economia

All’epoca dei fatti, lo stesso primo cittadino della Capitale, occupata il ruolo di ministro dell’Economia (nell’esecutivo Partito Democratico-Movimento 5 Stelle) che era guidato dall’ex premier, Giuseppe Conte. Lo stesso che, nella primavera di tre anni fa, varò il decreto relativo al Superbonus. Poi un aneddoto: “Ricordo che in Parlamento tutti i partiti, anche chi oggi è al governo, volevano sempre di più, estensioni sia di platee che temporali.

Intervista al quotidiano "La Repubblica"
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (Ansa Foto) Notizie.com

Ci fu un negoziato politico tesissimo. Alla fine il Parlamento varò una prima proroga al giugno del 2022, e una seconda ancora più ampia durante il governo successivo portò alcuni interventi alla fine del 2023. Il Parlamento allargò anche il perimetro alle seconde case unifamiliari, riuscimmo a fermare solo ville e castelli. Occorre quindi distinguere  tra la misura originaria, che ha finanziato investimenti green di efficientamento energetico in un momento di crisi, e la sua progressiva dilatazione”.

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