Il libro di Vannacci continua ad essere al centro delle polemiche e delle discussioni. Ma in queste ultime ore è arrivata una novità importante per il generale.
Sono ormai passate diverse settimane dall’inizio delle polemiche per il libro del generale Vannacci e la dibattito non sembra essere assolutamente finito. Anzi, in queste ultime ore rischia di accendersi nuovamente visto che un editore ha deciso di pubblicarlo dopo il grande successo di Amazon.
“Il 15 il volume uscirà dalla tipografia, il 20 sarà in tutte le librerie d’Italia, il 22 la prima presentazione ufficiale a Roma – ha annunciato Adolfo Morganti, proprietario de Il Cerchio, ai microfoni de La Nazione – il libro l’ho trovato imperfetto dal punto di vista formare e grafico, ma i concetti espressi dal generale non son così beceri e in parte le nostre posizioni sono comuni“.
Una scelta che ha portato la casa editrice a ricevere offese. “Nelle prime 48 ore ci è piovuto di tutto – ha spiegato Morganti in questa intervista- ma si tratta del classico copione della cancel culture. C’è da dire che non è la prima volta che finiamo nell’occhio del ciclone. Nel 2000 la mostra sul Risorgimento aveva procurato diverse polemiche“.
E sul rischio di proteste eclatanti durante le presentazioni del libro dal vivo, l’editore non ha assolutamente dubbi: “Se la sinistra capirà che questo gioco al massacro non conviene a nessuno, allora non penso che ci saranno problemi. In realtà penso che il tutto si esaurirà nel giro di davvero poco tempo”.
In questa intervista Morganti ha spiegato anche il perché della scelta di pubblicare il libro di Vannacci: “Quando ho visto le polemiche, mi sono incuriosito e ho comprato il libro per vedere se alla fine l’immagine caricaturale fatta corrispondeva alla realtà e possiamo dire che su certi temi ci troviamo d’accordo e su altri no“.
“In generale come casa editrice – ha concluso il proprietario de Il Cerchio – cerchiamo di opporci alla cancel culture, ossia alla moda americana che ha come obiettivo quello di punire e silenziare chiunque non si adegui al pensiero dominante“.