Il campione del mondo nel 1982 ha parlato in esclusiva a Notizie.com due giorni prima dell’esordio contro la Macedonia del Nord: “Luciano conosce il calcio a memoria”
L’alba di un nuovo corso. È arrivata l’ora di mettere via il passato, definitivamente. Insieme a lui le polemiche per gli addii improvvisi, giusti o meno, con tutto ciò che ne è conseguito: critiche, strascichi, nuovi accordi milionari con l’Arabia Saudita, Paese incontrastato in estate sul calciomercato, che alla fine ha “colpito” anche la Nazionale con la virata su Roberto Mancini.
Il volto nuovo in panchina, con tutto l’entusiasmo che ne consegue, è quello di Luciano Spalletti, pronto a esordire in una partita subito cruciale. Non si scherza mica a Skopje, in palio c’è una bella fetta di qualificazione ai prossimi Europei, dove l‘Italia – al netto del mancato accesso al Mondiale in Qatar – punta a presentarsi per difendere il titolo conquistato nel 2021. La Macedonia del Nord di fronte, proprio la Nazionale che ci ha punito a Palermo e fatto rivivere gli incubi di San Siro contro la Svezia. Un dramma sportivo per la seconda volta di fila, a cui nessuno era preparato, figuriamoci abituato. Si gioca sabato alle 20.45, tensioni ed emozioni accompagneranno la serata del debutto dell’ex tecnico campione d’Italia con il Napoli: l’anno sabbatico si è trasformato presto nell’occasione della vita, alla guida degli Azzurri.
Notizie.com, in vista del match di dopodomani, ha intervistato in esclusiva Antonio Cabrini, campione del mondo nel 1982: “Spalletti è uno che conosce a memoria il calcio, da questo punto di vista è una garanzia. Se la persona giusta lo diranno i risultati, si capirà soltanto dopo. Sicuramente è un uomo d’esperienza, non ci sono troppi dubbi”.
Un nuovo ct porta degli scossoni all’interno del gruppo. Tutti in ballo e in bilico, tra convocazioni e gerarchie che possono essere sovvertite: “Da chi ripartirei? Il calcio italiano purtroppo non sta vivendo un grande momento, io punterei sempre su quelli che hanno più esperienza, soprattutto internazionale. A certi livelli può fare la differenza”, conclude Cabrini. “E poi spero che trovino tutti più spazio in campionato, soprattutto i giovani. Si cresce soltanto giocando…”. In Italia no, non è scontato nemmeno quello.