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Cronaca

Decreto Caivano, Marzetti (Comitato media e minori) a Notizie.com: “Lo avrei chiamato decreto giovani. Intervento che serviva, ma che non risolve”

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Luigia Luciani

Il Consiglio dei ministri ieri ha dato il via ad un decreto-legge che introduce misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile. È stato ribattezzato “decreto Caivano” , ne abbiamo parlato in esclusiva con Jacopo Marzetti, presidente Comitato media e minori. “Lo avrei chiamato decreto giovani”

Gli orrori di Caivano, hanno prodotto i loro effetti in termini di legge. Al termine del Cdm di ieri a Palazzo Chigi, è stato infatti approvato un decreto legge ad hoc. Introduce misure urgenti al disagio giovanile, alla povertà educativa, alla criminalità minorile. Cosa prevede lo strumento normativo?

Decreto Caivano, governo approva norme dopo i fatti al Parco Verde. Jacopo Marzetti, presidente Comitato media e minori a Notizie.com, foto Ansa

In caso di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale, è stato previsto il divieto di accesso in determinati luoghi pubblici. Una sorta di Daspo che si applica ai minori di 18 anni, che abbiano  compiuto il quattordicesimo anno di età. Il provvedimento è notificato a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale ed è comunicato al procuratore presso il Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie del luogo di residenza del minore. Aumentano i casi in cui il Questore può intervenire con misure accessorie, come l’obbligo di presentarsi all’ufficio di polizia almeno due volte a settimana;  l’obbligo di rientrare a casa  e non uscire entro determinati orari, il divieto di allontanarsi dal comune.

Aumenta di un anno la durata massima del divieto di rientro nei comuni dai quali si è stati allontanati: inasprita la sanzione, che passa a  penale, nei casi di violazione del provvedimento di allontanamento. Ma andiamo al capitolo carcere preventivo: viene rimodulato il limite di pena che rende possibile l’applicazione della custodia cautelare nei confronti dei minorenni, indagati o imputati. La soglia oggi fissata a 9 anni viene abbassata a 6. Quella prevista per gli adulti è di 5. Per furto e resistenza a pubblico ufficiale, sarà possibile il carcere “anticipato”, al di là del limite di pena previsto.

Notizie.com ha chiesto a Jacopo Marzetti, presidente Comitato media e minori, se le misure approvate in Cdm siano giuste, adeguate al momento storico-sociale che il Paese vive. E se al di là dei recenti e tragici fatti di cronaca, possano essere strumento utile ad arginare, delinquenza e disagio minorile. Ecco cosa ci ha detto in esclusiva.

Decreto Caivano, Marzetti (Comitato media e minori) a Notizie.com: “Lo avrei chiamato decreto giovani. Intervento che serviva, ma che non risolve”

Jacopo Marzetti, presidente Comitato media e minori a Notizie.com, foto Ansa

Presidente Marzetti, non giriamoci troppo intorno: il decreto Caivano, è giusto o eccessivamente repressivo?

“Lo dico subito. Da un lato sono assolutamente soddisfatto che un governo per, come accaduto anche col premier Draghi, metta al centro il tema delle problematiche che vivono i minori. Certo mi dispiace che questo sia accaduto dopo un fatto di cronaca, nello specifico i tremendi fatti di Caivano. E mi aggancio: io non avrei chiamato il decreto Caivano, ma gli avrei dato il nome di decreto giovani! Ciò che accade al Parco Verde è solo la punta dell’iceberg di una questione  più grande e generalizzata”.

Ok, bene il decreto dunque. Quali le criticità che individua presidente?

“Partiamo dalla possibilità di aprire le scuole al pomeriggio. Mi rendo conto si tratti di una esigenza sociale, ma in questo modo si demanda  l’educazione dei nostri ragazzi quasi esclusivamente alla scuola, quando invece questo compito dovrebbe essere svolto dalla famiglia. Ecco perchè occorrono politiche di supporto che vadano  nella direzione che ho appena descritto. Andiamo all’aspetto repressivo del decreto: chiariamoci, per fortuna le norme elencate nel provvedimento riguardano e riguarderanno solo il 4-5 % dei ragazzi. Ma il fatto che ci sia un problema educativo e sociale , riguarda la collettività. Ora davvero noi crediamo che con la deterrenza si corregga il comportamento sbagliato che ha portato un ragazzo, un minore a compiere determinati reati? Dissuadere il giovane facendogli paura funziona? Pensiamo a quanto accaduto a Palermo. Uno dei presunti stupratori,  il giorno successivo all’arresto attraverso i social  dava prova che i suoi pensieri non fossero cambiati!”

Ma cosa si sarebbe detto di un governo che non avesse dimostrato che lo Stato c’è, laddovè lo “stato non c’è stato per decenni”?

“E infatti le ho detto che in linea di principio sono soddisfatto che il governo abbia deciso di intervenire con un decreto strutturato. Però resto convinto, tornando al tema scuola, che ad esempio aumentare il numero dei docenti in servizio in determinate zona sia anche giusto, ma contestualmente occorre lavorare sulla loro formazione. Soprattutto se parliamo di tecnologia, web, social. Prima gli insegnanti devono essere preparati a calarsi nella  realtà con la quale dovranno confrontarsi ogni giorno. Poi vorrei parlare di un altro elemento per me fondamentale…”

Quale presidente?

“Se si punta sull’aspetto repressivo, rafforzando la questione penale, significa conseguentemente sovraccaricale il sistema. Forse non si ha contezza della carenza di personale dentro i tribunali per minori!”.

Quindi presidente in generale si pensa troppo poco all’aspetto preventivo?

“Beh, le risponderò così. Non vedo investimenti sullo sport, che è l’unico strumento che incide sulla formazione dei ragazzi. Liberare fondi, stanziarli per l’attività sportiva nelle scuole, per circoli sportivi, per ticket che consentano attività gratuita a i raggi. Dovrebbe esserci un circolo sportivo in ogni comune del nostro Paese, anche quelli più piccoli. Poi tornado alla sua domanda, per essere più preciso: approvo il ricorso nel decreto alle misure cautelari, perchè evitano la reiterazione del reato. Togliere il telefonino però, dal mio punto di vista, è un segnale che non provocherà effetti incisivi”.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa successiva al Cdm ha spiegato che per ora il governo non si è concentrato su interventi che riguardassero il divieto di navigare su siti porno per i minori, perchè troppe condizioni devono essere prese in considerazione. Non ultima quella della privacy. Che ne pensa?

“Ho partecipato ad un comitato straordinario col ministro Roccella, alla quale ho detto che vietare la pornografia web ai minori di 18 anni vuol dire non risolvere il problema e non avere idea del mondo in cui viviamo. Bloccare l’accesso ai ragazzini per i siti pornografici, significa implementare l’accesso al dark web. Vuol dire non rendersi conto di quanti video e foto circolino su WhatsApp o su Telegram”.

Quindi per lei il governo ha mosso solo un primo passo giusto? Ed  ora dopo questo decreto come dovrebbe agire?

“Mi aspetto dopo gli interventi repressivi, quelli a vantaggio dei giovani. Il decreto è stato un segnale di attenzione al tema che andava dato. Ora si provi ad arrivare un passo prima che i minori commettano errori e reati. Ad esempio credo si sottovaluti, e lo dico da avvocato, il problema della conflittualità genitoriale: provoca tensioni tra coniugi, genera disagio ai figli. Guardiamo a cosa accade dentro una famiglia!. 

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Luigia Luciani