Giorgia Meloni in conferenza stampa è ritornata sulle parole di Andrea Giambruno pronunciate durante la sua trasmissione su Rete 4: “Ecco la mia interpretazione”.
Nella conferenza stampa dedicata al dl Caivano il premier Meloni si è soffermata per la prima volta in pubblico sulle parole dette da Andrea Giambruno durante la sua trasmissione su Rete 4. In particolare, il giornalista in una discussione sugli ultimi episodi di stupro aveva dichiarato che se “una ragazza evita di ubriacarsi e di perdere i sensi, magari non incorre in determinate problematiche perché prima o poi il lupo lo trovi“.
“Io non dico a Giambruno cosa deve dire in tv – ha precisato il presidente del Consiglio, citata dall’Adnkronos – ma penso che il senso di quelle parole era diverso. Nella frase non leggo che se giri in minigonna ti possono violentare, ma una cosa molto simile a quella che mi diceva mia madre: occhi aperti e testa sulle spalle“.
Meloni: “Gli stupratori esistono, non bisogna abbassare la guardia”
Parlando sempre delle parole del suo compagno, il presidente del Consiglio ha sottolineato che “gli stupratori esistono e per questo motivo non bisogna mai abbassare la guardia. Il consiglio di rimanere il più possibile presenti e fare del proprio meglio per non mettersi in condizioni questi animali di fare quello che vorrebbero fare penso che ogni genitori lo darebbe alle proprie figlie”.
“Bisogna sempre mantenere gli occhi aperti e mantenere la testa sulle spalle – ha aggiunto il premier – nelle parole di Giambruno non trovo nessuna giustificazione per chi stupra. Ragazze state attente: questo ci vedo“.
“Il giornalista dice in tv quello che pensa”
Giorgia Meloni ha anche ricordato che in questi mesi viene “chiamata in causa qualsiasi cosa dica Giambruno. Vorrei qual è il significato che voi date al concetto di libertà di stampa. Per come la vedo io, un giornalista non dice quello che pensa la moglie. Io per il futuro vi chiedo di non farmi più domande su quello che dichiara un giornalista nella libera espressione del suo operato. Non ritengo di dovergli dire cosa deve dire e non ritengo di poterlo fare perché continuo a credere nella libertà di stampa“.