Omicidio Saman Abbas, parla l’avvocato del padre Shabbar dopo che si è presentato in aula della Corte d’Assise di Reggio Emilia
Parla l’avvocato Simone Servillo, difensore di Shabbar Abbas, ovvero una delle persone indagate per l’uccisione della figlia Saman, avvenuta poco più di due anni fa Novellara (provincia di Reggio Emilia). Ricordiamo che la 18enne venne uccisa perché voleva vivere all’occidentale e perché non voleva sposarsi con un suo parente (cugino) in Pakistan, Paese d’origine. Nelle ultime ore, però, le dichiarazioni del legale dell’uomo hanno spiazzato completamente i presenti.
“Il mio assistito non sa da chi è stata uccisa la figlia e vuole saperlo“. Parole che arrivano direttamente dall’aula della corte di Assise del tribunale di Reggio Emilia, proprio dove si sta tenendo l’udienza del processo per l’omicidio della giovane. Nonostante l’uomo sia considerato come il “mandante di questo vergognoso omicidio, è un uomo al quale hanno ammazzato la figlia e vuole giustizia“.
L’avvocato ha poi continuato dicendo: “A noi legali ha detto che quando ha avuto contatti con la famiglia di Saqib (fidanzato vittima) è stato per chiedere se il ragazzo, considerate le foto che erano uscite con la figlia, avesse intenzioni serie. La famiglia gli ha risposto che mai avrebbe sposato Saman perché promesso a un’altra donna. Lui, detenuto per l’omicidio della figlia, è molto concentrato, emotivamente molto provato dalla carcerazione ma soprattutto dal fatto che gli hanno ammazzato la figlia“.
Queste, invece, le parole di Shabbar Abbas ai suoi avvocati Enrico Della Capanna ed, appunto, Simone Servillo: “Ero in Pakistan con mia moglie, siamo partiti insieme, ma non è vero che non avevo programmato il ritorno in Italia. Quando si è presentata la polizia a casa, io ero fuori, in un campo, mia moglie all’interno. Sono stato arrestato, portato in carcere e da quel momento non ho più avuto alcun rapporto né con mia moglie, né con nessun altro familiare, non ho più potuto parlare con nessuno“.
Parole che arrivano anche da Liborio Cataliotti, l’avvocato dello zio della vittima (anche lui indagato): “Non so cosa abbia dischiarato Hasnain Danish in carcere, a un compagno di cella o a un agente di polizia penitenziaria. Leggeremo e verificheremo se può diventare oggetto di testimonianza. Udienza di oggi? Ci aspettiamo che venga confermata l’ordinanza ammissiva di Ali Haider (fratello vittima)”.