L’ex premier e fondatore dell’Ulivo Romano Prodi attacca il governo parlando di “vergogna” rispetto al dire no al salario minimo, che tuttavia la stessa sinistra non ha introdotto quando si è trovata alla guida del Paese. “Se non sappiamo garantire un salario minimo, siamo un Paese che si deve vergognare di sé stesso”. Poi l’ammissione triste sulla realtà europea, che “non conta più sulla scena mondiale”. Mentre difende Gentiloni: “Ha giurato fedeltà all’Unione, non può diventare un avvocato prezzolato del governo”.
Prodi, reduce da un anno particolarmente difficile dovuto a due diversi lutti familiari, torna a parlare dell’attualità politica italiana intervistato dal quotidiano La Stampa.
I temi con cui il fondatore dell’Ulivo si confronta sono tanti, dalla manovra economica su cui è alle prese il governo, alle critiche verso l’operato di Gentiloni da commissario europeo alla geopolitica internazionale: sovranità, migrazioni, finanza. E poi Mario Draghi, Renzi, la sinistra.
“Dobbiamo fare un salto come quello di Gianmarco Tamberi ai mondiali per farcela”, scherza Prodi parlando del Patto di stabilità e della possibilità di sforare o meno i deficit imposti dall’Europa. “Nessuno può accusare il nostro commissario di non essere attento agli interessi degli italiani e di non prendere in considerazione il nostro punto di vista”, dice riferendosi a Paolo Gentiloni e prendendo le sue difese dalle critiche a lui rivolte dal leader della Lega Matteo Salvini.
E sposa invece le tesi dell’ex premier Draghi sul bisogno di una “sovranità condivisa” in Europa. “Se torniamo alla ‘non condivisione’ è inutile credere ancora nell’Europa”, dice, auspicando una “riforma sostanziale del modo di procedere nell’Ue. Anche se si dice “pessimista” in quanto “ormai siamo in fase preelettorale” e “sta diventando interesse generale, per riprodurre gli attuali equilibri nel dopo elezioni, fare il meno possibile”.
Sul tema del salario minimo, Prodi dice: “Se noi non garantiamo sei euro netti all’ora a chi lavora, perché questo sono i 9 euro lordi, siamo un Paese che deve vergognarsi di sé stesso. Siamo al di sotto del minimo vitale per una persona che deve vivere”. Mentre sulle critiche di Zuppi nei confronti dell’Ue, chiosa: “Direi che è stato troppo dolce con l’Unione europea, che in questa crisi non è esistita. Punto”.