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Cronaca

Maltrattamenti alla moglie, la proposta del pm spiazza tutti

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Cristiano

Maltrattamenti alla moglie, ma la proposta da parte del pubblico ministero ha spiazzato tutti in aula: cosa è successo?

Una di quelle vicende che lasciano inevitabilmente senza parole ed a bocca aperta. Quella che arriva da Brescia è proprio una di queste. Uno di quegli episodi che, dopo aver saputo la sentenza, hanno lasciato moltissime polemiche e critiche dall’esterno e non solo. Vittima una donna, una moglie, che è stata maltrattata (in più di una occasione) da parte del marito. In molti si aspettavano una condanna nei confronti di quest’ultimo. Anche se le parole del pubblico ministero hanno sorpreso decisamente tutti.

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Proprio quest’ultimo è diventato il protagonista principale di quello che stiamo per raccontarvi. Si è trattato di un “fatto culturale“, quindi non è punibile. Moglie e marito, infatti, non sono italiani ma originari del Bangladesh. Proprio con quelle parole che il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per l’aggressore. Non dello stesso parere, però, il pensiero del Giudice che ha rigettato questo tipo di richiesta per le indagini preliminari, tanto da disporre l’imputazione coatta.

Brescia, maltrattamenti alla moglie: pm giustifica marito e chiede assoluzione

A raccontare la vicenda ci ha pensato il noto quotidiano locale “Il Giornale di Brescia“. La prima denuncia da parte della vittima risale a quattro anni fa. Dopo sei anni (dal primo episodio) di violenza nei suoi confronti, la donna ha avuto il coraggio di denunciare il marito che la maltrattava e non solo. Originaria del Bangladesh, ma cittadina italiana, ha svelato tutti i particolari che nessuno conosceva fino a quel momento. Ovvero che si è trattato di un matrimonio combinato con un cugino.

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Non solo, la donna è stata venduta per una cifra dal valore di 5mila euro. Era oramai segregata e non poteva fare nulla: non poteva uscire liberamente, era costretta ad indossare abiti islamici. Nel caso in cui si fosse rifiutata a queste regole avrebbe ricevuto: urla, insulti e botte. Con tanto di minaccia di essere riportata nel suo Paese d’origine. Come riportato in precedenza, però, il pm ha cercato di “giustificare” il tutto parlando di un fatto culturale.

Ovvero che l’uomo non voleva affatto annichilire e svilire la vittima, considerato che la disparità fra uomo e donna fa parte della sua cultura. Un fatto che, fa sapere il pubblico ministero, la donna avrebbe accettato. Tra poco più di un mese ci sarà la sentenza con tanto di decisione finale da parte del giudice. Fino a questo momento, però, la Procura di Brescia non ha voluto affatto commentare questo episodio.

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