Il classe 1996, diventato campione del mondo nei Mondiali in corso a Riyad (categoria 81 kg), ha parlato in esclusiva a Notizie.com: “Sono felice, questo sport è come una religione…”
Una gara chilo a chilo, l’ultima alzata di slancio è quella decisiva: oro oppure fuori. Oro, oro: 193 kg sollevati e tutti gli avversari scavalcati con un totale di 356 kg. Oscar Reyes Martinez, atleta del CS Esercito, ha regalato ieri all’Italia la medaglia più preziosa ai Mondiali di Sollevamento pesi in corso a Riyad, categoria 81 kg. “Questo sport è come una religione, sono contento di aver vinto la medaglia d’oro con i colori azzurri!”, esclama il classe 1996 in esclusiva a Notizie.com. Nato a Holguín, provincia nel sud di Cuba. Il suo 2023 è stato straordinario: campione d’Europa, campione del mondo. E non finisce qui.
Oscar, raccontaci le emozioni che stai provando ora.
“Sono molto contento. Soprattuto perché questo è il mio secondo Mondiale con la maglia azzurra, mi dà molta soddisfazione aver regalato un risultato così al Sollevamento pesi italiano”.
Come sei arrivato alla gara? Quando hai pensato di poter vincere?
“Per questa gara mi sentivo molto bene nello strappo, non troppo nello slancio, su cui mi sono allenato poco a causa di un infortunio alla spalla e anche di una tendinite al quadricipite. Non potevo fare degli esercizi fondamentali per la preparazione. Sapevo di essere ‘carente’ nello slancio, per questo non ero certo di potere vincere nel totale”.
Una medaglia da “infortunato” che quindi vale ancora di più…
“Qualcosa di unico, rispetto agli altri sono riuscito a fare la differenza nello strappo. Nello slancio sono stato regolare regolare e il totale mi ha premiato”.
Una gioia dopo l’altra nel 2023: l’Europeo e poi il Mondiale. Cosa ti ha permesso di fare lo scatto in avanti?
“Un anno veramente di cui non mi posso lamentare. Sono molto felice, ho aspettato tanto tempo, prima non potevo gareggiare con l’Italia. Non avevo la cittadinanza. Per questo, da quando l’ho ottenuta, ho iniziato a spingere e ce l’ho messa tutta. Mi sono dedicato a tempo pieno per queste gare”.
I prossimi obiettivi? Nel 2024 ci saranno le Olimpiadi a Parigi.
“Nel 2024 ci sarà in primis l’Europeo, voglio migliorare il totale personale. Per le Olimpiadi il discorso è un po’ diverso e complicato. La categoria 81 kg non è olimpica, a Tokyo invece lo era. Potrei anche qualificarmi, non è impossibile, però è molto difficile. Dovrei gareggiare con atleti che pesano 10 kg in più di me e naturalmente c’è una grande differenza”.
Cosa significa essere un atleta professionista di sollevamento pesi?
“È un po’ come se fosse una religione. Le persone normali non fanno la nostra vita. Siamo molto limitati in tutto, ogni cosa durante la giornata è pensata e fatta al fine di ottenere dei risultati. L’alimentazione, il riposo, non possiamo andare a dormire tardi, altri aspetti ancora. Ci si pone costantemente degli obiettivi, anche giornalieri”.
Cosa hai provato nel rappresentare l’Italia? Il percorso non è stato breve e semplice.
“Facevo questo sport a Cuba, sono venuto in Italia che avevo circa 21 anni. Avevo lasciato i pesi e smesso di allenarmi da più di un anno. Non avevo più voglia. Mi è tornata grazie agli amici, andando in palestra. Mi dicevano: ‘Allenati forte e vedrai che potrai arrivare a gareggiare!’. Così sono ripartito e mi sono detto: ‘Ok, ci riprovo’. Mi sono sposato e ho ottenuto la cittadinanza nel 2022. Un anno dopo eccomi qua, con la medaglia al collo”.