Parla in esclusiva a Notizie.com il professore e l’allenatore che da una vita combatte contro il doping: “La via maestra è solo una, il lavoro, soprattutto uno che viene da un problema come il suo, spero che chiarisca tutto”
Da una vita combatte contro il doping e da una vita studia per trovare i rimedi per contrastarlo. E’ un esempio di lealtà e onesta applicata al mondo dello sport, anche se Sandro Donati, per tutti il maestro dello sport, ha un carattere rude e spigoloso, ma non perché sia introverso, solo perché è uno a cui piace lavorare in modo serio, cristallino e onesto. E quando vede che ci sono atleti che alterano le loro prestazioni con le sostanze, è una cosa che non accetta. E’ conosciuto a livello mondiale, ha lavorato soprattutto nell’atletica con campioni di fama mondiale ed ha avuto esperienze nel ciclismo e qualcosa anche nel calcio. Sulla situazione legata a Paul Pogba non ha tante spiegazioni: “Se sono sorpreso che ogni tanto nel calcio si trovi qualcosa legato al doping? Assolutamente no, anche se so bene quanto lavori la commissione Anti-doping soprattutto nei controlli, ma non conosco nello specifico la situazione del giocatore della Juventus“.
Sul caso specifico ammette di non sapere “quanto in realtà si stato trovato di livello di testosterone” nelle analisi di Paul Pogba, ma è rimasto comunque stupito dal fatto che un ragazzo con le problematiche fisiche del francese sia stato trovato positivo. Sandro Donati a Notizie.com non vuole puntare il dito nei confronti del giocatore, quanto a chi gli sta più vicino: “Non so che tipo di lavoro faccia o abbia fatto, credo che se il problema legato al crociato e al suo ginocchio necessitasse di un lavoro specifico per il recupero della forza e della capacità coordinative che per un calciatore sono essenziali. Di sicuro se sei attorniato e accompagnato da persone oneste, leali che non hanno bisogno di fare trucchetti per trovare delle scorciatoie per recuperare in fretta, le possibilità che ti rivolgi al doping sono molto basse o irrilevanti, in caso contrario il rischio aumenta a dismisura“.
“I giocatori che hanno avuto problemi al crociato sentano a tornare quelli di un tempo, guardate Spinazzola…”
Senza persone che sappiano fare quello che devono saper fare non è facile per un atleta di alto livello poter recuperare come prima e per Donati non si scappa: “Se non c’è attorno uno staff qualificato che fa crescere l’atleta dopo un infortunio grave è dura, se manca questo c’è il rischio che si vada ad una scorciatoia, ma io mi riferisco a chi può essere vicino al giocatore, non certo allo staff della società. Senza quel tipo di lavoro non risolve granché, con il testosterone, che l’uomo già produce di suo, aumenti la forza ma non quelle capacità coordinative che vanno recuperate. I calciatori che vengono da interventi al crociato stentato a tornare come prima, avere la stessa brillantezza di prima, soprattutto nello scatto bruciante e nella solidità della corsa, guardi Spinazzola, diciamo che si, più o meno sembra quello di prima, ma sembra anche perché nella realtà non ha quello scatto briciante di prima”
Per il professor Donati di metodi ce ne sono pochi, soprattutto per ritrovare forma e condizione, ma anche esplosività e a Notizie.com spiega: “Il lavoro paga sempre è vero, ma rischia di essere uno slogan generico, si può dire che si deve lavorare bene e in maniera individualizzata, secondo le caratteristiche del soggetto, con esercizi adeguati. La corsa di un calciatore va in successione di passi con ritmi non proprio uniformi ma variati, visto che spesso si gioca facendo finte o contrastando un avversario che a sua volta fa le finte e i cambi di direzione. E per Pogba non è che il lavoro fosse differente, con una corsa che dia varietà del ritmo, passi rapidi e lunghi e tutto questo va ricostruito con un allenamento ad alto livello. Molti preparatori non si rischiano di fare cose impegnative, anche perché dicono: chi me lo fa fare e allora si crogiolano in allenamento rischiando di meno e il giocatore poi si fa male in gara. Pogba è un caso diverso bisognava fare qualcosa che lo riportasse su di forza e capacità coordinative, solo quella è l’unica via maestra, il resto non conta oppure ci sono le scorciatoie“