Le qualificazioni ai prossimi Europei hanno regalato anche momenti di grande tensione durante il match tra Romania e Kosovo. La partita è stata poi vinta dai romeni per 2-0.
Timori ce n’erano già nei giorni di vigilia, ma si sperava che non accadesse nulla e che la partita potesse scorrere via tranquillamente, senza tensioni e intemperanze.
E invece no, è scoppiato un vero e proprio caos, con tanto di sospensione della gara al 45’. Romania-Kosovo non è stata solo una partita di calcio, ora è diventata anche un caso politico. E non solo a livello calcistico. Perché a chiedere un intervento esemplare dell’Uefa non sono solo i giocatori kossovari, ma anche le autorità di Pristina. Già ieri sera, nella pancia dell’Arena Nazionale di Bucarest, il difensore kosovaro del Torino, Mergim Vojvoda, s’era sfogato così: “Queste cose sono inaccettabili nel 2023. Hanno offeso il nostro Paese. Siamo rimasti negli spogliatoi per quaranta minuti e dopo non saremmo dovuti rientrare in campo. Abbiamo perso dei familiari per questo Paese e la Romania è stata irrispettosa”, ha detto ai media della federcalcio kosovara. Ma cosa è successo?
Un nutrito numero di tifosi romeni presenti allo stadio ha cominciato a intonare cori discriminatori contro il Kosovo e canti pro Serbia. È stato anche esposto uno striscione piuttosto esplicativo: “La Bessarabia è Romania, il Kosovo è Serbia”. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha spinto Muriqi e compagni ad abbandonare il campo, con l’arbitro che ha dovuto quindi sospendere la partita. Le squadre sono rimaste negli spogliatoi per quasi tre quarti d’ora e poi sono rientrare in campo quando la situazioni sugli spalti si è normalizzata. La partita è stata poi vinta dai romeni (2-0) con i gol di Stanciu e Mihaila nel finale. Una situazione prevedibile, quella accaduta a Bucarest, visto che la Romania è uno dei cinque stati appartenenti all’Unione Europea che non riconosce l’indipendenza del Kosovo. Gli altri sono Cipro, Grecia, Spagna e Slovacchia.
Anche se su territorio europeo ci sono altri stati che non hanno mai riconosciuto il Kosovo come nazione come Macedonia, Malta, Bosnia, Moldavia, Russia e Città del Vaticano. Dall’Uefa fanno sapere che a breve possa essere aperta un’indagine per “cori di matrice politica vietati”. La Romania rischia di giocare la prossima partita interna a porte chiuse.