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Esteri

Il futuro di internet è in pericolo, inizia processo contro Google

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Cristiano

Il futuro di internet è seriamente in pericolo, nelle ultime ore è iniziato il processo contro Google: che cosa sta accadendo? Gli ultimi aggiornamenti che arrivano dal Paese 

Se ne sta parlando già da qualche settimana, ma a quanto pare il “grande momento” è arrivato. Il momento della verità. Una sfida che vede come protagonisti il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti D’America ed il motore di ricerca più utilizzato al mondo come Google. Le ultime notizie che arrivano non sono affatto delle migliori. I due sono pronti a sfidarsi in tribunale in uno dei più importanti processi antitrust che si sono verificati negli ultimi 25 anni.

Logo Google (Ansa Foto) Notizie.com

Almeno secondo quanto riportato da alcune fonti e media locali. Non è da escludere che, proprio questo processo, sia destinato ad avere delle implicazioni non di poco conto. Soprattutto per uno dei più grandi colossi della ricerca sul web e per le autorità americane. Oramai nel Paese non si sta parlando d’altro se non di questa importante vicenda che ha catturato le prime pagine di tutti i maggiori quotidiani americani.

Dipartimento USA contro Google, inizia il processo: gli ultimi aggiornamenti

Non è affatto un mistero che molti utenti siano preoccupati. Per il semplice fatto che il futuro di internet può essere messo davvero in pericolo ed a forte rischio. Parole che arrivano da parte dell’avvocato del Dipartimento di giustizia, americano, Kenneth Dintzer. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni a riguardo: “Questo caso vede prevalentemente a rischio il futuro di internet e se Google avrà mai una significativa concorrenza“.

Logo Google (Ansa Foto) Notizie.com

Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che la stessa Google stia pagando ben 10 miliardi di dollari, ogni anno, per cercare di mantenere il suo monopolio nella ricerca. Lo stesso che arriva tramite degli accordi che sono stati usati come arma per cercare di combattere i “rivali”. Non solo: anche con l’obiettivo di obbligare importanti aziende come Apple e Samsung a utilizzare di default il suo motore di ricerca su smartphone e computer.

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