Caivano, la lettera don Patriciello al premier Meloni

Don Patriciello ha scritto una lettera aperta al premier Meloni e ai ministri: “Al Parco Verde di Caivano continuiamo a pagare a caro prezzo l’abbandono”.

Dopo l’incontro avvenuto nei giorni scorsi, don Patriciello ha voluto scrivere una lettera al presidente Meloni ricordando che “al Parco Verde di Caivano abbiamo pagato, e lo continuiamo a fare ancora oggi, un prezzo altissimo dovuto soprattutto all’abbandono delle istituzioni e della politica“.

Lettera don Patriciello Meloni
La lettera aperta di don Patriciello al premier Meloni – Notizie.com – © Ansa

Un problema serio che sta terrorizzando le famiglie è il seguente – si legge ancora in questa lettera – negli ultimi 30 anni tante famiglie sono andate ad abitare altrove. Le case, però, non sono ritornate al comune, che è il legittimo proprietario. All’inizio, chi se ne andava, cedeva, per rapporti di parentela o di amicizia, l’appartamento a chi riteneva opportuno. Era una cosa pacifica, nessuno diceva niente e non c’era la percezione di fare qualcosa di illegale anche perché il comune dava la residenza al nuovo occupante, con quest’ultimo che riusciva ad allacciare luce e gas“.

“In seguito la Camorra ha iniziato a comprare le case”

Lettera don Patriciello Meloni
La richiesta di Don Patriciello al premier Meloni – Notizie.com – © Ansa

Con il passare degli anni la situazione è cambiata. Come spiegato da don Patriciello in questa lettera “la Camorra ha capito che anche questo poteva essere un modo per tenere sotto controllo il territorio e, quindi, iniziarono a comprare le case di chi sceglieva di andare via. Appartamenti che poi diventavano da affittare ai propri affiliati oppure depositi di magazzini per droga e armi“.

Io tremo al pensiero che un’azione di forza possa portare ad una piazza pulita – ha spiegato ancora il sacerdote – tante di queste coppie hanno speso molto per aggiustare gli appartamenti ed ora è arrivato il momento di sanare la loro situazione e rassicurarle che tuto ritornerà nella normalità. Sarebbe il risultato giusto e che eviterebbe tanta sofferenza alla gente onesta e permetterebbe a chi di competenza di concentrare le proprie forze“.

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