In merito alla sua presenza a Caivano ed al caffè bevuto ne ha parlato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’
Nella giornata di ieri c’è stato l’ennesimo blitz (il secondo a distanza di pochi giorni) in quel di Caivano (provincia di Napoli) da parte delle forze dell’ordine. Sono stati più di 400 gli agenti (tra poliziotti, carabinieri e Guardia di Finanza) che hanno sottoposto a sequestro molti materiali. Una città che è entrata nel mirino della cronaca per via degli episodi di violenza sessuale che hanno visto come vittime due ragazzine, entrambe cugine, di 13 anni da parte di un gruppo di ragazzi (altrettanti minorenni).
In merito alla situazione che si sta vivendo a Caivano ha voluto esprimere un proprio pensiero anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Quest’ultimo ne ha parlato al ‘Corriere della Sera’ esprimendo il suo parere e specificando anche il significato del caffè che ha bevuto proprio in quella città.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Dopo che si era verificata una “stesa” notturna a scopo intimidatorio. Ho voluto essere lì per rappresentare le migliaia di persone perbene e normali che vivono là, che testimoniano dignità e che chiedono la libertà di vivere in pace. Non solo: ho voluto dire anche agli sparatori che le “stese” sono ormai passate di moda, roba da sfessati. Anziché sprecare proiettili, essendosi alla vigilia della stagione di caccia, possono andare a cinghiali, risolvendo anche un problema ai nostri contadini”.
Tantissime sono state le persone che lo hanno circondato. Quali sono state le loro richieste? “Prima mi ha avvicinato una signora occupata come precaria in un’azienda di pulizie, mi ha chiesto di avere un lavoro stabile. Due ragazzi del posto mi hanno chiesto un selfie. Erano tatuati e inanellati. Dopo la foto con il pollice alzato gli ho raccomandato di andare dal barbiere a ripulirsi e di togliersi un po’ di anelli e catene perché sembravano un negozio di ferramenta”.
In conclusione ha spiegato anche cosa bisogna fare per poter combattere ed eliminare queste zone della criminalità: “Si tratta di un problema enorme e complesso, presente purtroppo in tante periferie del nostro Paese. Occorrono risposte a breve. Il punto di partenza è decidere di affrontare il problema e di non girare la testa come si è fatto per decenni”.