Francia schienata 3-0. La leggenda della pallavolo italiana, voce tecnica della Rai, ha commentato la vittoria a Notizie.com: “Ci sono dei dati eclatanti in semifinale, la Nazionale ha seguito alla lettera la partita da disputare. Ora battiamo la Polonia!”
Tre set a zero. Tre. Set. A. Zero. L’Italia schiaccia (in tutti i sensi) la Francia e vola in finale, dove domani affronterà la Polonia. “Una Nazionale che ha giocato in modo perfetto!”, esclama Andrea Lucchetta, leggenda del volley azzurro, ora top-commentatore tecnico. Massimi livelli toccati in campo e fuori da parte sua. Ha parlato a Notizie.com il giorno dopo il successo netto nella semifinale degli Europei.
Andrea Lucchetta, vittoria convincente contro la Francia. Ora la finale…
“L’Italia ha preso alla lettera tutte le peculiarità che servivano per affrontare al meglio la Francia. La calma, il prepararsi agli scambi, il non cadere nelle provocazioni, le palle rigiocate, il ritmo, tante altre cose. Il primo set è stato significativo: uniformità in difesa e contrattacco perfetto! Tenuti bene gli attaccanti avversari e poi il 91% di contrattacco… Un dato eclatante: vuol dire che 9 volte su 10, quando c’è stata un’opportunità, l’Italia ha messo la palla giù. Abbiamo fatto un altro salto di qualità”.
Cosa servirà contro la Polonia?
“Nulla di più rispetto al pensare al nostro gioco. La Polonia ha battitori ostici, che tirano a tutto braccio. Non dobbiamo subire quello. León si è mostrato prendibile a muro, è difendibile se ci si posiziona bene. I nostri avversari hanno cambiato tanto, si sono dimostrati battibili, anche se hanno tanti giocatori potenti in bacheca”.
L’Italia è favorita?
“Assolutamente. Abbiamo vinto in casa loro l’Europeo e il Mondiale, dobbiamo batterli! Il pubblico italiano merita una dedica e una vittoria. Tutti hanno iniziato a capire la forza di questa squadra. I nostri giocatori sono molto amici fuori dal campo, ma dentro non si ride mai prima della partita. C’è una grande compattezza spirituale. Si parlano, prendono accordi, si difende sempre fino all’ultimo. L’Italia ha dato un segnale di unità che nelle altre nazionali non si è visto”.
Nelle difficoltà è stata trovata ancora più forza.
“Prendete l’infortunio di Russo, facendo un paragone ho parlato con il presidente Manfredi: ‘È come quando in una famiglia viene a mancare un fratello o un altro pezzo importante’, gli ho detto. Il mondo ti cade addosso, insomma, però se sei unito riesci a reagire nel modo giusto. Lo stesso vale per la situazione di Anzani”.
L’Italia del calcio fa fatica, la pallavolo invece resta sempre ai massimi livelli. Come mai?
“Dipende dalla cultura dello sport, c’è un grande senso di appartenenza alla maglia e totale rispetto del pubblico. La Federazione sta lavorando alla base, i bambini vedono Michieletto e Antropova e vogliono imitarli. Con lo spikeball si azzerano le distanze, si può giocare anche con i genitori. La pallavolo è uno sport ‘povero’ e ancora per le famiglie, con lo Spike 3 e lo slogan ‘All together we can spine’ abbiamo creato uno strumento sull’intero territorio. Come a dire: tutti insieme possiamo schiacciare, facciamolo e spingiamo la squadra”.
È questo il segreto dell’Italvolley?
“La Nazionale è un sogno per tutti, un punto di arrivo. Quando indossi la maglia azzurra ti senti responsabilizzato perché giochi per gli italiani. Il cognome viene dopo”.