Carmelo Lavorino, criminologo e Direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale), in esclusiva ai nostri microfoni sull’omicidio di Tor Bella Monaca.
L’agguato avvenuto nel pomeriggio di ieri, giovedì 14 settembre, ha scosso l’intera Italia e non solo Roma e il quartiere Tor Bella Monaca. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, il killer ha ucciso Daniele Di Giacomo e ferito la compagna di quest’ultimo prima di darsi alla fuga. La nostra redazione ha contattato Carmelo Lavorino, criminologo e Direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale), per analizzare con lui meglio quanto successo nel quartiere della Capitale.
“Ci troviamo di fronte al classico omicidio avvenuto per un movente passionale – ha sottolineato Lavorino ai nostri microfoni – gelosia esplosa, odio contro la donna che ha lasciato il killer e nei confronti dell’uomo che ha preso il suo posto. Il numero dei colpi esplosi contro la vittima è alto e questo significa la volontà di uccidere, di odio totale e la voglia di distruggere il rivale. Probabilmente lo avrà colpito al volto o allo stomaco. Sicuramente verso zone vitali. Ci troviamo, quindi, di fronte all’omicidio di un soggetto che si è procurato l’arma al mercato nero. Queste persone purtroppo non hanno considerazione dei diritti altrui e della legge“.
Per Lavorino non ci sono dubbi sulla natura di questo omicidio: “E’ sicuramente premeditato per vendetta, gelosia passionale, odio verso la coppia e verso l’uomo che, secondo l’assassino, gli ha rubato la donna. La mentalità dell’uomo si può capire: il classico prepotente, bullo di quartiere che non ammette assolutamente di poter essere lasciato. Quindi, secondo lui, ha dovuto salvare da una parte il proprio onore e, soprattutto, si è vendicato del soggetto e della donna e poi si è dato alla fuga che era già un po’ organizzata“.
“Quindi abbiamo una persona uccisa, una vita distrutta visto che passerà molto tempo in carcere e un terrore terribile inferto alla ragazza. Inoltre, ci troviamo di fronte ad un ambiente disastrato dove non c’è la logica del confronto, ma solo quella dello scontro e della vendetta“, ha concluso il Direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale).